“Nessuna appropriazione indebita di denaro da parte dell’Ing. Riccardo Agnesi
nell’Amministrazione dei beni della figlia Barbara”. Così, in una nota, l’avvocato Mario Leone in relazione alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio per il suo assistito e per la moglie, Carla Besta, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del patrimonio della figlia, Barbara Agnesi.
Secondo l’accusa, Riccardo Agnesi, nominato amministratore di sostegno della figlia Barbara nel 2012, e la consorte, convivente, Carla Besta, si sarebbero appropriati di circa 212 mila euro. In che modo? Tramite “operazioni di prelievo sfornite di qualsiasi giustificativo di spesa”. In particolare, dal patrimonio di Barbara Agnesi sarebbero scomparsi 136 mila euro nel 2013 e 75 mila euro circa nel 2104.
Imperia: inchiesta eredità Barbara Agnesi, parla l’avvocato Leone
“In merito alla vicenda riguardante l’ Amministrazione dei beni della compianta Barbara Agnesi, a nome e per conto dell’Ing, Riccardo Agnesi e di lui moglie Carla Besta corre l’obbligo di precisare quanto segue” si legge nella nota.
“Nessuna appropriazione indebita di denaro o altri beni è mai stata fatta né dall’Ing. Agnesi né dalla di lui moglie sig.ra Carla Besta – prosegue la nota – Sono stati omessi da parte del mio assistito, quale Amministratore di Sostegno della figlia, il deposito dei Rendiconti annuali per il 2013 e 2014 delle attività della figlia Barbara (deceduta poi nel 2016) e ciò si è verificato per vari motivi, uno dei quali la complessità delle necessarie operazioni ‘da ragioniere’ che si sarebbero dovute fare all’epoca ed altro per l’ovvia considerazione che gli unici aventi diritto a chiedere comunque il Rendiconto finale sono lo stesso padre e la figlia Arianna, legittimi eredi.
Quest’ultima ha ipotizzato ammanchi stante il mancato deposito dei Rendiconti, ma le ricevute delle spese effettuate sono state comunque conservate in due faldoni e già depositate mese per mese, previo riordino, negli Uffici Giudiziari e confermate in gran parte anche da testi sentiti, malgrado il lungo lasso di tempo trascorso. Sicchè tutto verrà chiarito nelle sedi opportune.
Certo sarebbe stato opportuno evitare il ricorso alla giustizia penale, soprattutto da parte di una figlia nei confronti del padre ormai ottantottenne, evitando cosi la diffusione sui media di una vicenda familiare che il mio assistito avrebbe volentieri fatto a meno. Tra l’altro la figlia Barbara, alla quale non è stato mai fatto mancare nulla, nell’ultimo periodo della sua breve vita, trascorse col padre in Imperia i momenti forse più belli della sua esistenza”.