23 Dicembre 2024 12:44

23 Dicembre 2024 12:44

“L’ultima ruota”: tappa a Imperia per la carovana della cultura. “Amadeus e Fiorello, aiutateci a ripartire”/Foto e Video

In breve: Questo pomeriggio dalle 16.30 alle 18.30 saremo in piazza Colombo, Amadeus e Fiorello vi aspettiamo per consegnarvi le lettere di testimonianza dei lavoratori".

E’ giunta in mattinata in Calata Cuneo la carovana de “L’Ultima ruota”, la pedalata organizzata da numerosi appartenenti al mondo dello spettacolo e della cultura, partita da Milano lo scorso 23 febbraio e attesa nel pomeriggio di oggi a Sanremo, con traguardo in piazza Colombo. Una pedalata nata per sensibilizzare Governo ed opinione pubblica sui problemi e sulle necessità di un comparto fermo oramai da un anno e attualmente con nessuna certezza e poche prospettive.

In sella alle bici attori, attrici, costumisti, scenografi, musicisti, tecnici del suono e delle luci. Vale a dire tutti gli appartenenti al grande mondo dello spettacolo e della cultura. A organizzare la tappa imperiese e dar loro il benvenuto, Nadir Spagnolo e Arianna Pastorelli della Fem Spettacoli, in arte Fortunello e Marbella.

Massimo Mennuni – Scenografo Illuminotecnico

“Si è disgregato il lavoro, si sono disgregate le forme di contratto. Ci siamo resi conto che in qualsiasi situazione emergenziale il lavoratore dello spettacolo non ha tutele. Questo è il problema. In alcuni grossi teatri ci sono contratti, ma l’esternalizzazione è il peccato originale degli ultimi anni. Il fatto che siano mancati dei parametri precisi ha fatto si che alcuni di noi abbiano dovuto vivere con 200 euro al mese. Vogliamo portare le nostre testimonianze a Sanremo, ad Amadeus. Stiamo provando in vari modi a salire sul palco di Sanremo. Capiamo che Amadeus è molto preso dalle prove generali. Sappiamo che lui sa e che gli piacerebbe incontrarci, ma non si può neanche rischiare di mandare all’aria tutto il lavoro di Sanremo.  Questo pomeriggio dalle 16.30 alle 18.30 saremo in piazza Colombo, Amadeus e Fiorello vi aspettiamo per  consegnarvi le lettere di testimonianza dei lavoratori dello spettacolo”.

Nadir Spagnolo – Fortunello e Marbella

“E’ un dispiacere, manca la cultura nelle piazze, nei teatri, manca ai bambini e alle famiglie. Noi speriamo di tornare a lavorare il prima possibile, in sicurezza. Un altro settore tu lo riapri e riparte, il nostro settore ha bisogno almeno di un mese per ripartire. Ci vuole tempo per organizzarci, abbiamo bisogno di certezze. Un evento ha bisogno di una precisa organizzazione. Non vediamo l’ora che si sappia qualcosa di certo. 

Abbiamo ricevuto telefonate da colleghi che ci chiedevano aiuto. Abbiamo fatto una colletta per colleghi artisti che non arrivavano a fine mese”. 

Arianna Pastorelli – Fortunello e Marbella

“Partiamo da una base non troppo sicura. Era già difficile prima. La forza di volontà non ci manca ed è per questo che siamo ancora in piedi oggi. Non sappiamo cosa faremo nei prossimi mesi, viviamo nell’incertezza totale. Lo spettacolo è la parte bella per noi e per gli spettatori, ma dietro ci sono lunghe preparazioni. Si fanno km e km da macinare, giorno e notte. Ci siamo dovuti allenare continuamente durante questo anno. Abbiamo preparato nuovi spettacoli, speriamo di poterli mettere in scena presto”.

Rita Pelusio, attrice e regista

“E’ una pedalata molto bella. Ministro Franceschini scatta, datti una mossa, pedala anche tu. Una ripartenza va programmata con delle tappe certe. Non può essere un continuo on/off senza una visione del futuro. Il 70% delle realtà culturali sono piccole. Bisogna stare al passo degli ultimi e fare una riforma che parta dal basso. Io che mi occupo di Teatro, dico che una produzione teatrale ha bisogno di certezze. Siamo un’industria culturale, va contemplata tutta la filiera. Quello che è successo è molto grave, io mi auguro che il Ministro Franceschini prenda coscienza, convochi dei veri tavoli, non farlocchi, e si faccia una nuova riforma. Questa è una pedalata artistica e politica, ma si parla anche di dignità e di lavoro. Siamo artisti, ma anche lavoratori, questo non va mai dimenticato”.

Davide Mantovani – bassista Lisa Stansfield

“Ho vissuto a Londra per 30 anni. Oltremanica musicisti e artisti sono considerati nella cerchia dei liberi professionisti. Il Governo ha calcolato i profitti ultimi degli tre anni di lavoro, facendo una media. Ogni libero professionista prendere da 500 a 5 mila sterline al mese. 500 sterline al mese sono circa 600 euro al mese. Rispetto all’Italia è un grande passo avanti, o meglio, forse è l’Italia che è un passo indietro. Si spera che ora una fettina dei ristori del recovery fund, 209 miliardi, venga dato ai lavoratori dello spettacolo. I musicisti sono lavoratori, non bisogna dimenticarlo”.

Antonio Carli – attore

“Sono molto contrariato di questa situazione. Ora sembra che vogliano riaprire i teatri, senza alcuna programmazione. Un virus che si scatena dopo le 22, poi alla mattina c’è la fila alle poste e non succede niente, è assurdo. Bisogna riabituare la gente a uscire di casa. Dopo un anno di terrorismo mediatico la gente ha paura. Come non si può aprire un ristorante senza fare la spesa, non si può aprire un teatro senza creare spettacoli, portare la gente, vendere i biglietti. Il Ministro è la persona più inadeguata al nostro settore perché non ne capisce neanche le minime esigenze”. 

Le altre testimonianze

“Ho amici, musicisti, ho accettato l’invito perché sono uno spettatore. Siamo in crisi di astinenza da un anno”.

“Siamo qui per supportare l’iniziativa, per supportare amici e colleghi. La nostra protesta va avanti da un anno. E’ il momento che la cultura abbia più spazio, come lavoratori e cittadini. Siamo stufi di essere considerati invisibili. La pedalata è un gesto coraggioso, pacifico. Sanremo è una vetrina per il mondo dello spettacolo che è morto ormai da un anno”.

Non abbiamo sentito la fatica, anzi ci ricarica. Perché vediamo la luce in fondo al tunnel dopo mesi di nulla. Un progetto culturale, sostenibile, che parte dal basso. Un paese che vuole ripartire deve mettere le ruote al posto giusto. Io sono italo-argentino, mi sento italiano tutti i giorni e argentino tutta la vita. L’Italia è la culla della cultura, ma rischia di addormentarsi. Laddove non c’è cultura si infiltrano le mafie, succedono cose poco belle”.

“Io sono un musicista, rappresento la parte dei musicisti, che sono cani sciolti. I musicisti partecipano con l’inno della manifestazione, che si chiama recovery funk”.

La diretta di ImperiaPost

 

 

 

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