“Bisogna sedersi attorno a un tavolo, commercianti e istituzioni, per trovare una soluzione. Noi non possiamo chiudere, qui si parla di sopravvivenza”. Così la titolare di U Papa, Sharon Finello, il giorno dopo il blitz delle forze dell’ordine per via degli assembramenti nell’area antistante il locale.
Imperia: maxi blitz, parlano titolari U Papa
“Paghiamo un servizio di sicurezza tutte le sere – raccontano – Abbiamo due persone in settimana e tre nel weekend per garantire l’ordine pubblico . Ieri quando sono arrivate le forze dell’ordine l’area davanti al locale era sgombera. Non possiamo seguire i nostri clienti. Una volta che acquistano la consumazione e si allontanano la competenza non è più la nostra, ci devono pensare le forze dell’ordine.
Noi, dopo le 18, delimitiamo con i nastri il nostro dehor e anche quello degli altri locali, chiusi, per evitare che le persone si siedano. La soluzione non può essere quella di non lavorare.
Noi chiediamo alle istituzioni di sederci a un tavolo e trovare un punto di incontro che garantisca a noi di lavorare e alle forze dell’ordine di mantenere l’ordine pubblico. Se mandiamo via le persone alle 18, tutte insieme, è chiaro che si formano assembramenti. Tutte si alzano contemporaneamente. Il problema è la chiusura alle 18. Con il solo asporto le persone stanno in piedi ed è impossibile controllarle.
La nostra proposta è di ampliare gli orari di apertura. Per due motivi. Innanzitutto per poter utilizzare i dehor e controllare meglio la clientela. In secondo luogo per spalmare la clientela in un arco di tempo maggiore. E tutti i locali dovrebbero aprire, non solo alcuni. Perché più locali significa meno assembramenti.
Anche gli spazi per i dehor dovrebbero essere ampliati in modo tale da poter rispettare senza difficoltà le misure di distanziamento.
Siamo stati bravi per tutti i primi mesi dello scorso anno. Poi abbiamo fatto una buona estate, e chi dice il contrario mente. Da settembre, però, è stata una continua altalena di aperture e chiusure. E’ evidente che non si possa più andare avanti così, perché le attività commerciali non sopravvivono. Abbiamo fatto tutto quello che ci hanno chiesto, ora è il momento che si faccia qualcosa per noi. E’ chiaro che l’Italia non è un Paese che si può permettere di mantenere i locali chiusi. L’unica soluzione è tenere aperto.
Nessuno nega il virus. Ma è il momento di prendere coscienza del fatto che le soluzioni sin qui adottate non hanno funzionato. E’ il caso di chiedersi, stiamo percorrendo la strada giusta?
Si trovi una soluzione pacifica per andare avanti. E’ questo il nostro appello al Comune e alle istituzioni”.