«Dopo la nascita dei miei figli, questa è la più grande gioia della mia vita». Così ai cronisti di ImperiaPost, il sindaco di Alassio Marco Melgrati commenta la sua assoluzione definitiva, ottenuta in Appello, nel processo per le cosiddette “spese pazze” di Regione Liguria.
Melgrati è un fiume in piena e spiega: «Io ho passato un anno e mezzo di grande sofferenza, perché se c’è una cosa di cui sono consapevole è la mia dirittura morale. L’onestà è un insegnamento della mia famiglia, insieme a Dio e alla Patria. L’onestà è la prima cosa. Io faccio beneficienza a chi non arriva alla fine del mese senza parlarne, perché Gesù ha detto che la mano destra non deve sapere cosa fa la sinistra e regalo ben più dei 3.800 euro di spese per cui sono stato condannato. Questa è una cosa che non mi va giù».
Marco Melgrati: “Io vittima di una condanna politica di una Procura politicizzata. Se ci sono gli estremi denuncerò Procura e Stato. Non è giusto che nessuno paghi mai”
Melgrati fa inevitabilmente riferimento anche alla sua sospensione da sindaco, disposta dalla Procura di Savona in base alla “Legge Severino” e non usa mezzi termini. Dice il primo cittadino alassino: «Se ci saranno i termini per fare causa allo Stato e alla Procura di Savona, io farò causa, soprattutto per la sospensione da sindaco che ho subito. È ora di finirla col fatto che nessuno paga mai. Ho vissuto una condizione drammatica. All’ultima udienza son partito con la macchina e mi sono dovuto fermare dopo centro metri per un attacco di nausea. L’Amministrazione è andata avanti lo stesso e io la seguivo dall’esterno in modo distaccato, con la rabbia di chi sa che non ha fatto nulla. Per quelle maledette spese di rappresentanza avevamo chiesto tutte le autorizzazioni ai dirigenti e c’era l’avvallo della Commissione di vigilanza e perfino della Corte dei Conti. Come capogruppo, inoltre, io facevo un controllo preciso e ho buttato diversi scontrini di consiglieri, che poi non mi hanno parlato per un mese per questo motivo. Sapevo che la condanna in Primo grado era politica e proveniente da una Procura politicizzata, sull’onda emozionale di una serie di procedimenti fatti in tutta Italia. Magari qualcuno ci avrà pure marciato con le spese di rappresentanza, ma non era il caso nostro. Il peso maggiore, però, è stato non poter direttamente gestire le questioni della mia città. Anche perché io ho ricevuto un mandato popolare dalla gente ed è stata una vittoria personale e della mia squadra, persino in conflittualità con i partiti».
Il sindaco di Alassio: “Dopo 34 assoluzioni su 34 processi, dopo Berlusconi, sono il più perseguitato d’Italia. Ora speriamo che la smettano”
Conclude Marco Melgrati: «Ringrazio i giudici, perché hanno avuto il coraggio di smontare il teorema della Procura di Genova e prendere atto che era un teorema illegittimo, perché invertiva l’onere della prova, come altre sentenze di Cassazione avevano già acclarato. Una sentenza coraggiosa, che, sinceramente, non mi aspettavo. Dopo la nascita dei miei figli, è la più grossa soddisfazione della mia vita. Ora torno in Comune e riprendo la mia attività, forte del fatto che per 34ma volta è stato dimostrato che sono innocente. Speriamo che ora la smettano, perché, dopo 34 assoluzioni, mi sa che, dopo Berlusconi, sono il più perseguitato in Italia».