23 Dicembre 2024 02:49

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Imperia, ex Ferriere: sopralluogo per salvare le ciminiere. “Pensiamo a stesso intervento usato per la Torre di Pisa”/Video e Foto

In breve: Al via videoispezioni interne ed esterne per verificare la consistenza delle ciminiere delle Ferriere. A preoccupare di più è la struttura centrale

Due giorni di sopralluoghi e analisi tecniche, oggi e domani, per le ciminiere delle ex Ferriere di Oneglia. Sorvegliata speciale, in modo particolare, la struttura centrale, la più alta e la più ammalorata. A procedere sono ditte specializzate, incaricate dalla società legata al Gruppo Colussi che nell’area si appresta ad avviare il progetto della “Porta del Mare”. Fra le condizioni per concedere il via libera, infatti, il Comune di Imperia ha inserito la completa messa in sicurezza delle ciminiere, “testimonianza di archeologica industriale” e pertanto tutelate dalla Soprintendenza.

Questa mattina il vicesindaco Giuseppe Fossati, attrezzato di tutto punto, è salito con una gru fino a 70 metri di altezza per rendersi conto di persona, insieme ai tecnici, delle condizioni della ciminiera centrale. Che già in passato fu oggetto di lavori di consolidamento, consistenti in cordoli di cemento applicati all’esterno, oggi completamente deteriorati.

Videoispezioni interne ed esterne per verificare la consistenza delle ciminiere

L’ingegner Giorgio Rocchi, responsabile dell’attuazione del progetto “Porta del Mare” spiega: “Vogliamo verificare lo stato di conservazione e la staticità delle ciminiere e vedere cosa si può fare per metterle in sicurezza. Abbiamo chiamato la Ditta Cazzaniga di Padova, specializzata in ciminiere e il professor Napoli del Politecnico di Torino, per rispondere al Comune, che ci ha chiesto analisi per capire se sono necessari interventi di sicurezza per le ciminiere. Saranno fatte quindi delle videoispezioni esterne e interne, per verificare lo stato di consistenza della muratura. L’ultima canna che abbiamo misurato, ha un diametro di 4 metri e 20 e una corona di mattoni di 82 centimetri, con un refrattario di altri 12 centimetri. Ci sono quindi oltre due metri di canna vuota. Le altezze delle ciminiere laterali sono di circa 40 metri, mentre la centrale è alta circa 70 metri. Stiamo verificando anche delle cordolature esterne, posizionate forse successivamente per una messa in sicurezza, ma che oggi sono deteriorate e rappresentano soltanto un peso in più che grava sulla struttura. Il progetto dovrà avere anche il parere favorevole della Soprintendenza e si tratta quindi di un lavoro complesso. Oggi si comincia per capire cosa si può fare”.

Il vicesindaco Fossati: “Entro fine anno potrebbero partire i lavori per la Porta del mare. Progetto già condiviso anche con la Soprintendenza”

Sottolinea il vicesindaco di Imperia Giuseppe Fossati, dopo il sopralluogo a 70 metri di altezza: “E’ stata una bella esperienza, anche perché Imperia vista da lassù è stata per me una prospettiva nuova. E’ stato necessario fare questo, perché dobbiamo valutare la proposta per la rivalorizzazione di quest’area e questo si può fare soltanto con la messa in sicurezza delle strutture. Per questo motivo oggi sono qui i tecnici e imprese, pagati dal soggetto attuatore. Da profano, direi che la ciminiera centrale è in condizioni difficili. Ormai siano in dirittura di arrivo per la presentazione del progetto definitivo, che in questi giorni è stato al centro di una serie di incontri, anche con la Soprintendenza ed è praticamente da tutti condiviso. Ci sono ancora approfondimenti per quanto riguarda gli interventi a scomputo degli oneri e le opere viabilistiche, ma credo che entro l’estate si possa approvare lo strumento urbanistico attuativo e quindi entro la fine dell’anno potrebbero iniziare lavori“.

Dal professor Paolo Napoli del Politecnico di Torino l’idea di salvare la ciminiera centrale con un sistema usato già per la Torre di Pisa e la Cappella della Sindone

Spiega il professor Paolo Napoli, docente del Politecnico di Torino: “Questi sono i casi più difficili perché queste ciminiere, diffuse in tutta Italia, sono vincolate dalla Soprintendenza e spesso in condizioni critiche. Di queste, due sono un buone condizioni e la più alta è invece in condizioni molto delicate, sia per la parte esterna in clacestruzzo, che è un rinforzo successivo, non recuperabile, che per la parte in muratura, che ha grandi fenditure, estremamente pericolose, in quanto interrompono la continuità dell’anello, con diversi problemi. La chiusura di queste fenditure è cosa complicata e da esito incerto. La soluzione dovrà essere concordata con la Soprintendenza. A prima vista, direi che si potrebbe utilizzare un sistema per chiudere le fenditure con prodotti chimici e dare poi una cerchiatura esterna o con face di acciaio, oppure con un moderno sistema, utilizzato per la Torre di Pisa e per la Cappella della Sindone. Si tratta di prendere un filo di acciaio inossidabile e avvolgerlo tante volte attorno alla struttura. Il filo è sottile e poco visibile, ma avvolto più volte, diventa resistentissimo. Non è semplice, ma è molto efficace. Potrebbe essere una soluzione”.

 

La storia, breve, delle Ferriere di Oneglia

La costruzione delle Ferriere fu avviata nel 1906 e lo stabilimento entrò in funzione già alla fine del 1908 iniziò la produzione. Arrivò a produrre 60 mila tonnellate all’anno di lingotti di ferro e acciaio e ad occupare oltre 700 operai. Il culmine dell’attività si registrò in concomitanza con la prima Guerra Mondiale, che incrementò anche i traffici del vicino porto. Nato sotto l’insegna delle Ferriere Voltri, nel 1929  lo stabilimento onegliese venne acquisito dall’Ilva , proprio poco prima che il “martedì nero” della borsa di Wall Street, il 29 ottobre 1929, desse uno scossone pesantissimo all’economica mondiale. Il crollo dei prezzi, compreso quello del ferro, impose anche a un colosso come l’Ilva scelte drastiche e a farne le spese, tra gli altri stabilimenti chiusi, fu pure quello di Oneglia.  Una storia breve dunque, durata appena 23 anni, per quella grande e innovativa fabbrica della quale oggi rimangono soltanto le tre ciminiere oggetto di controlli di staticità e “la Stecca”, il fabbricato che corre a margine dell’argine destro del torrente Impero.

a cura di Andrea Pomati e Ornella Forte

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