“Da un lato chiudiamo gli italiani in casa, ma poi li facciamo andare in tutto il mondo: così si ammazza il turismo italiano. Sembra che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra”. Sono le parole di Bernabò Bocca, presidente nazionale della Federalberghi, che esprimono con chiarezza lo sconforto generato negli albergatori italiani dai provvedimenti del Governo che, di fatto, hanno blindato la Pasqua sul territorio nazionale, stendendo invece un tappeto rosso a coloro che vogliono andare all’estero.
Un problema particolarmente sentito in provincia di Imperia, dove l’estero è a un passo, praticamente dietro l’angolo
Sottolinea ancora Bocca: “Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia. Se è vero che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio di contagio, allora questa logica deve essere applicata anche ai viaggi in Italia, così come alla possibilità di frequentare terme, impianti di risalita, riunioni, congressi e manifestazioni fieristiche”.
Alla rabbia del presidente nazionale, si aggiunge quella del presidente della Federalberghi della provincia di Imperia, Igor Varnero
Sottolinea Varnero: “Con le regole messe in atto, per la Pasqua un milanese che vuole venire a Sanremo o a Diano Marina non può farlo, ma non ha nessun problema a raggiungere Mentone, Cannes oppure la Spagna. Se a questo aggiungiamo il fatto che queste località estere sono soltanto a pochi chilometri da noi, si comprende quale sia l’enorme danno provocato al sistema turistico del Ponente ligure, già in ginocchio”.
Gli albergatori hanno bisogno e voglia di lavorare e sono pronti a farlo anche seguendo regole ben precise e possibilmente contando anche su una doverosa copertura vaccinale.
Spiega Igor Varnero: “In occasione del Festival di Sanremo, abbiamo dimostrato una volta di più come gli albergatori siano in grado di organizzarsi per garantire un’ospitalità sicura, che preveda anche la verifica di tamponi e test degli ospiti per creare un filtro di sicurezza ancor prima dell’accesso alle nostre strutture. Siamo pronti a metterci in gioco anche in questo senso, ma facciamo appello alle Istituzioni locali, regionali e nazionali, perché la nostra categoria e quindi tutto il personale del comparto turistico, che opera in prima linea, venga inserito, come disposto, per esempio, in Turchia, fra le fasce di cittadini che devono avere la copertura vaccinale prima possibile. Noi siamo pronti come sempre a fare la nostra parte, ma ci devono essere dati degli strumenti per agire e non deve essere favorita in modo assurdo e gratuito la concorrenza straniera”.