Il Pubblico Ministero Antonella Politi ha chiesto la condanna per Antonio De Marte, Giovanni De Marte e Domenico Gioffrè, accusati di aver dato alle fiamme, il 29 marzo 2020, in piazza Taramasco, a Diano Marina, il camion di frutta e verdura della ditta Love Fruit, di proprietà della famiglia Attisano (che gestisce un negozio di ortofrutta nel centro della città degli aranci).
I tre vennero arrestati dai Carabinieri, dopo un’indagine lampo, il 16 aprile.
Diano Marina: camion ortofrutta in fiamme, chieste condanne per De Marte e Gioffrè
Nel dettaglio, in sede di udienza preliminare, davanti al Gup Anna Bonsignorio, il Pm ha chiesto 3 anni e 10 mesi per Antonio De Marte (attualmente detenuto nel carcere di Sanremo), accusato di incendio doloso e evasione, 2 anni e 6 mesi per Giovanni De Marte (attualmente agli arresti domiciliari), accusato di incendio doloso, e 2 anni e 10 mesi per Domenico Gioffrè (attualmente detenuto nel carcere di Imperia), accusato di incendio doloso e evasione.
I legali degli imputati, gli avvocati Marco Bosio e Luca Ritzu, hanno chiesto l’assoluzione sostenendo l’impossibilità di addivenire all’identificazione degli imputati quali responsabili dell’atto incendiario. Gli stessi legali hanno anche chiesto un allentamento delle misure cautelari, con la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari.
La sentenza è attesa per il prossimo 19 maggio.
La ricostruzione dei Carabinieri (qui la nota stampa)
Giovanni De Marte, poco prima dell’incendio, si recò presso un distributore di benzina poco distante per riempire una tanica. Nel frattempo, il padre Antonio e Domenico Gioffrè arrivarono ad una tabaccheria vicina al luogo dell’incendio a bordo dell’autovettura di quest’ultimo, un’Audi S3.
Antonio salì sulla Fiat panda con Giovanni De Marte e si recarono sul luogo dell’incendio, che venne materialmente appiccato dal primo cospargendo la cabina dell’autocarro con il combustibile ed innescando l’incendio. Poi risalì in auto e si allontanò in direzione dell’abitazione.
Il tutto sotto la sorveglianza del “palo” Domenico Gioffrè. Sia Antonio De Marte che Domenico Gioffrè erano sottoposti a detenzione domiciliare, ovviamente violata per la commissione del reato.