“Non è una rivoluzione, ma è una questione di diritti. Noi paghiamo le tasse e dobbiamo lavorare. Non cambiava niente farci lavorare oggi e chiudere domani. Il mio è stato un segnale“. Lo afferma il parrucchiere Giuseppe Stigliano, spiegando i motivi che lo hanno spinto a tenere aperto il suo negozio in piazza Dante nonostante la zona rossa entrata in vigore dalla mezzanotte di oggi, come previsto dall’ordinanza del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
Sul posto, mentre il commerciante veniva intervistato dall’inviato di ImperiaPost, sono giunti i Carabinieri per i controlli del caso. Dopo gli accertamenti, il salone è stato chiuso.
Covid, Imperia: parrucchiere aperto nonostante zona rossa
Giuseppe Stigliano
“Non mi piace sfidare nessuno, sono una persona che si attiene sempre alle regole, però le regole vanno rispettate da tutti. Non è giusto chiuderci il giorno prima. Siamo stati i primi noi come categoria l’anno scorso a chiudere, anche un giorno prima del decreto del Governo.
Il problema è che ci sono tante parole ma pochi fatti. Sono cosciente che potrebbero multarmi, pago la multa come pago le tasse. Non faccio niente di male, faccio entrare una persona per volta con le dovute sicurezze.
L’80% dei clienti non sapeva che eravamo chiusi e in automatico arrivano anche perchè non abbiamo avuto tempo di avvisare tutti. L’annuncio è di ieri alle 17.
È una presa in giro. Non cambiava niente farci lavorare oggi e chiudere domani. La prossima settimana è giusto rimanere chiusi.
Di zona rossa non c’è niente in giro, ci sono i portici pieni, le spiagge piene. Se dobbiamo rispettare le regole dobbiamo farlo tutti. Mi prendo le mie responsabilità.
Pago tutte le multe, i divieti di sosta, le tasse, l’affitto. Se vogliono venire nessuno si metterà a discutere, loro fanno il loro lavoro e io il mio. Io lavoro tutti i giorni per mangiare.
Non è questione di negazionismo.
Oggi non mi sembra giusto, nonostante il Decreto, che io mi faccia comandare da persone che da un giorno all’altro, da un’ora all’altra, decidono cosa dobbiamo fare.
L’amministrazione? Nessuno si è presentato, io non ho contattato nessuno. È una scelta mia personale, non di categoria. I miei colleghi hanno preferito restare chiusa.
Dalla gente c’è tanta solidarietà. I clienti si sono stufati un po’ di tutto. La gente vuole tornare a vivere. Per vivere bisogna tutti uniti. I clienti vengono, specifico a tutti che sto facendo una cosa contro le regole e nessuno se n’è andato.
L’allarme mediatico sta uccidendo tanta gente. In persone di una certa età in un anno hanno perso 20 anni, sono terrorizzate. È giusto essere preoccupati, il virus c’è e ha fatto tanti morti, però se ti metti in sicurezza, distanza, igienizzazione, mascherina, non c’è problema”.
Dopo l’intervento dei Carabinieri, Giuseppe Stigliano ha rilasciato nuove dichiarazioni.
“Per ora mi hanno identificato poi mi convocheranno in comando dove discuteremo la sanzione. L’ho messo in preventivo che avrei dovuto pagare la multa. Mi dispiace che non credo che siano arrivate le forze dell’ordine perchè hanno visto i media, ma perchè qualcuno li ha chiamati.
Dobbiamo lottare per il fare il nostro lavoro, non rubiamo niente a nessuno. Quando c’è stato il caso “San Valentino”, se fossi stato un ristorante avvisato il giorno prima, avrei tenuto aperto e poi avrei pagato la multa e le multe dei clienti.
Ora mi hanno consigliato di chiudere se no avrebbero dovuto altre procedure. Sono contento così. Qualcosa bisogna fare. Non è una rivoluzione, ma è una questione di diritti. Noi paghiamo le tasse e dobbiamo lavorare. Il mio è stato un segnale”.