Ha raggiunto il giardino antistante la Prefettura di Imperia il corteo degli ambulanti del mercati. Questa mattina la manifestazione ha sfilato, con circa un centinaio di furgoni, per le vie della città, per protestare contro la zona rossa nel ponente ligure.
Gli ambulanti hanno chiesto, e ottenuto, un incontro con il Prefetto Alberto Intini, con l’obiettivo di poter tornare a lavorare nonostante le restrizioni disposte dal presidente della Liguria, Giovanni Toti.
Il Prefetto ha ricevuto una delegazione composta da tre ambulanti. Poco prima dell’incontro gli ambulanti avevano lanciato un ultimatum:”Via libera al lavoro entro venerdì o protesteremo a oltranza”.
Covid, Imperia: la grande protesta degli ambulanti
“Perchè in un certo ceto, quindi noi ambulanti, non possiamo fare, mentre altri, come voi che siete stipendiati non dovete avere questi e li dobbiamo avere soltanto noi?.
Io ho 60 anni. Voi siete fortunati perchè arrivate a casa con il vostro mensile. Noi ce lo dobbiamo guadagnare. Non c’è nessuno tipo l’INPS o altri che ci sostiene. Tutto sulla nostra pelle, intemperie, vento pioggia, furgone rotto.
Se ci vediamo siamo tutti uomini, persone umane, però girate le spalle perchè ci continuate a dire voi siete diversi, voi state a casa e non aprite?”
“Così non si può andare avanti. Ai mercati non viene quasi nessuno anche se sono uno dei luoghi più sicuri che ci sia in assoluto. Non si è mai registrato un caso di Covid.
Abbiamo bisogno di avere la possibilità di lavorare. Non possiamo andare avanti e rimanere sempre chiusi noi.
Aiuti non ne arrivano. Siamo all’esasperazione.
Abbiamo bisogno che il Prefetto ci venga ad ascoltare. Qui non si può più andare avanti, i supermercati la fanno da padrone. Siamo sotto di tutti.
Chiediamo solo di lavorare.
Il prefetto è l’unico che in questo momento può parlare con la regione, col presidente Toti per chiedere di togliere questa zona rossa o di mandarci a lavorare. Così non se ne può più.
La Regione Liguria è arancione e solo noi siamo rossi. No, così non va bene”.
“Diamo l’ultimatum a venerdì. Se entro giovedì non arrivano delle risposte concrete, manifesteremo a Savona. Noi non ci fermiamo, tanto non abbiamo più niente da perdere, siamo allo stremo. Andiamo avanti a oltranza.
Non ne possiamo più. Noi vogliamo andare a lavorare dignitosamente, portare a casa i soldi. Ci stanno prendendo in giro”.