Ha preso il via questa mattina il processo d’appello bis per la morte della studentessa imperiese Martina Rossi, morta il 3 agosto 2011 a Palma de Maiorca, dopo essere caduta dal sesto piano dell’hotel Sant’Ana, dove alloggiava insieme ad alcune amiche.
Sul banco degli imputati due giovani aretini, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, difesi dagli avvocati Stefano Buricchi e Tiberio Baroni. Sono accusati di tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato (già prescritto). Martina Rossi, infatti, cadde dal balcone della camera dei due ragazzi toscani. Secondo l’accusa nel tentativo di fuggire a una violenza sessuale. Tesi rigettata dalla difesa, secondo cui si trattò invece di suicidio.
Martina si trovava nella camera di Vanneschi e Albertoni perché quella dove alloggiava era occupata dalle amiche che avevano deciso di trascorrere la notte con due ragazzi, compagni di vacanza degli imputati (a loro volta a processo a Genova per favoreggiamento e false dichiarazioni al Pm).
Morte Martina Rossi: a Firenze via al processo d’appello bis
“Spero che questo nuovo appello confermi la condanna di primo grado, quella arrivata prima che in appello venisse cancellato tutto” ha dichiarato Bruno Rossi, papà di Martina, fuori dal Palazzo di Giustizia, poco prima dell’inizio del processo.
“Martina – ha aggiunto Bruno – non è caduta dal balcone per sua volontà, ma perché cercavano di farle fare qualcosa che non voleva fare. Spero in una condanna anche se ormai chi ruba una mela al supermercato ha una pena maggiore di chi ammazza una persona”.
L’appello bis arriva dopo tre gradi di giudizio. In primo grado, ad Arezzo, Vanneschi e Albertoni furono condannati a sei anni di carcere, in Appello, a Firenze, vennero assolti, in Cassazione, a Roma, l’assoluzione venne cancellata.
Sarà un appello Bis lampo. Oggi, 7 aprile, dopo la requisitoria del Pg, parleranno le parti civili (i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo), poi le arringhe della difesa e le dichiarazioni spontanee di Alessandro Albertoni (che ha deciso di parlare, a differenze del coimputato Vanneschi).
Il 14 aprirle le repliche e la sentenza. Una corsa contro il tempo per evitare la prescrizione (scatta ad agosto) dell’ultimo reato rimasto ancora in piedi, tentata violenza sessuale.
Presenti in aula, oltre ai legali, sia i due imputati che i genitori di Martina Rossi. All’esterno del Tribunale una nutrita rappresentanza del movimento “Non una di meno” che combatte la violenza contro le donne.
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