Mercoledì a partire dalle 9,30, davanti al Palazzo di giustizia di Firenze, in occasione della seconda udienza per la morte della giovane imperiese Martina Rossi, dopo quella di mercoledì 7 aprile, si terrà un presidio di “Non una di meno“, con lo slogan “Lo stupro non si assolve“. In concomitanza sarà presente anche al presidio di solidarietà contro la richiesta di applicazione della sorveglianza speciale scattato nei confronti di un’attivista incensurata.
Dopo le assoluzioni degli imputati, il processo riportato in Appello da una sentenza della Cassazione che parla di “macroscopico errore” nel precedente procedimento
Dopo l’assoluzione della Corte di Appello di Firenze di tutti gli imputati del processo sulla morte di Martina Rossi, accusati di tentato stupro – ragione che avrebbe spinto Martina a fuggire cadendo dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011, era intervenuta la Cassazione, che aveva disposto il rinvio degli atti all’Appello evidenziando “un esame invero superficiale del compendio probatorio”, con il quale “hanno ritenuto di ricostruire una diversa modalità della caduta della ragazza, cadendo in un macroscopico errore visivo di prospettiva nell’esaminare alcune fotografie, quanto all’individuazione del punto di caduta, individuandolo nel centro del terrazzo“.
Nel corso della prima udienza a Firenze, il Procuratore generale aveva chiesto per i due imputati, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, la condanna a tre anni di reclusione.