Prosegue l’attività informativa del Lions Club Riva S. Stefano Golfo delle Torri. Ieri sera una nuova videoconferenza per scoprire le meraviglie che si celano sotto la superficie del nostro mare. La serata si è svolta in collaborazione con il Lions Club Diano Marina Host e il Lions Club Nava Alpi Marittime. Presenti all’evento i presidenti dei rispettivi club (Silvana D’Aloisio, Gloria Crivelli e Massimo Belmonte), oltre ai soci.
Grazie a un video realizzato dalla biologa marina Monica Previati, in collaborazione con l’associazione ‘InfoRmare’, è stato possibile tuffarsi nelle acque del SIC marino di Capo Berta davanti alle coste tra Oneglia e Diano Marina.
La biologa Previati insieme alla collega Francesca Notari, socia del club Riva Santo Stefano, ha spiegato le caratteristiche e l’importanza del Sito di Interesse Comunitario (denominato SIC marino) di Capo Berta che, grazie alle sue caratteristiche uniche, rappresenta un habitat fondamentale e da tutelare.
“Nel 1992 è entrata in vigore l’importante normativa europea che ha dato il via all’identificazione geografica di aree marine di elevato interesse naturalistico, i così detti SIC. La Direttiva Habitat nasce dal presupposto che non solo una singola specie è da proteggere, ma sono da difendere interi habitat, come le praterie di Posidonia oceanica, le formazioni a coralligeno, le grotte e molti altri ambienti ricchi di biodiversità ma anche estremamente vulnerabili,” ha spiegato Previati.
Nella provincia di Imperia sono sei i SIC marini
Quello di Capo Berta, grazie a un’estensione dell’area avvenuta nel 2015, è diventato tra i più profondi siti di interesse comunitario, estendendosi fino ad una profondità di 60 metri.
A caratterizzare i fondali perlopiù sabbiosi di Diano Marina vi è sicuramente la vasta distesa di Posidonia oceanica, una pianta marina con ruoli ecologici molto importanti come quello di produrre ossigeno e di dare riparo a numerose specie. La peculiarità però del SIC di Capo Berta è senz’altro la presenza di una piana detritica antichissima, con emergenze rocciose ricchissime di organismi che fanno parte del Coralligeno: una biocenosi di organismi bentonici calcarei che colonizzano gli angoli e le zone rocciose.
È qui che si possono ammirare magnifiche gorgonie e spugne, un tempo considerate piante ma in realtà animali.
Un habitat magnifico e fondamentale per la salute del mare, ma anche delle nostre coste. Tuttavia non mancano rischi e criticità: in particolare le reti abbandonate che continuano a pescare e soffocare il fondale e le plastiche molto presenti nei nostri mari.
“Per questo sono fondamentali eventi divulgativi come la serata in questione,” ha spiegato la biologa: “Più si conosce il mare e più lo si ama.”
Durante l’evento sono stati presentati alcuni progetti e iniziative che si sono svolte, e continuano a svolgersi, anche nei nostri fondali come la rimozione delle reti, la pulizia dei porti, il progetto di ‘citizen science’, Reef Check Med, con il quale si chiede ai comuni cittadini di segnalare avvistamenti per meglio studiare le varie specie presenti.
“Tutti noi possiamo fare tanto, anche solo informandoci, facendo attenzione ai nostri comportamenti. Diversamente dal passato, oggi sappiamo che il mare non è una risorsa infinita e fortunatamente sempre di più si pone l’accento sulla sua difesa. L’unione di singoli comportamenti attenti e rispettosi può fare la differenza,” ha concluso la biologa marina Monica Previati. ”Non dimentichiamoci che il mare fornisce la metà dell’ossigeno che respiriamo, assorbe molta dell’anidride carbonica che produciamo e influenza il nostro clima e la nostra vita quotidiana. La nostra vita è fortemente legata al mare, è in ballo la nostra sopravvivenza e quella delle future generazioni. Adesso è il momento di fare tutti qualcosa per salvare l’unico grande oceano esistente sulla terra, il nostro”.
La serata di ieri è stata il quarto appuntamento di una serie di incontri dedicati ai fondali del Ponente Ligure. Negli scorsi eventi si è già parlato di ‘SIC’, come quello di Capo Mortola a Ventimiglia, e di altri habitat unici quali il canyon sottomarino di Arma di Taggia e la secca di Santo Stefano.