Roberto Hamza Piccardo, esponente di spicco della comunità Mussulmana imperiese e fondatore delle prime moschee in Liguria, spiega ai microfoni di ImperiaPost Tv il significato del Ramadan, uno dei periodi più importanti per i Mussulmani praticanti, legato al digiuno e alla carità.
Ramadan, il mese del digiuno, del pentimento, del controllo delle passioni e della generosità, per ottenere il perdono dei peccati commessi l’anno precedente
Sottolinea Roberto Hamza Piccardo: “Il mese di ramadan è il nono mese del calendario lunare, che noi seguiamo dal punto di vista religioso ed è il mese del digiuno. I mussulmani praticanti, dal mattino, dalle prime luci dell’alba, al tramonto, si astengono dal cibo, dalle bevande e dalle pratiche sessuali. Questa è la cosa più comune e nota del Ramadan, ma in realtà il mese del Ramadan è molto di più, perché è il mese del pentimento, della generosità e del controllo delle proprie passioni in senso generale, infatti i sapienti dicono che non basta digiunare con lo stomaco e astenendosi dal sesso, ma è necessario digiunare con i sensi. In questo mese il mussulmano non dovrebbe guardare ciò che non va guardato, dire ciò che non va detto e ascoltare quello che non deve ascoltare e soprattutto cercare di assumere questa situazione di debolezza derivata da non mangiare e non bere, per comprendere coloro che sono costretti a digiunare sempre e non soltanto in questo periodo e quindi questo è anche il mese della solidarietà. In cambio di questo controllo dei sensi, che realizza la piena dimensione umana, perché a differenza degli animali, l’uomo è in grado di controllare i propri sensi, Dio, Allah, ci promette il perdono dei peccati dell’anno precedente. Dura 30 giorni o 29 a seconda dell’anno lunare. Oggi siamo al nono giorno del digiuno, ne abbiamo già passato un terzo e le condizioni meteorologiche ci aiutano moltissimo, perché non fa troppo caldo e le giornate non sono lunghissime. E’ un mese di particolare beneficio per lo spirito, anche se in questi ultimi anni la ritualità del Ramadan non si può compiere in pieno, a cominciare dalla veglia notturna, che si faceva nelle moschee anche fino a mezzanotte, non è possibile farla per il coprifuoco. C’è un po’ di disagio, ma è sempre meglio dello scorso anno, quando comunque le moschee erano completamente chiuse per il lockdown. Speriamo che tutto questo finisca presto e che la benedizione che Dio da’ a tutto il creato con il Ramadan, ci aiuti a far finire presto questo brutto periodo“.