23 Dicembre 2024 13:05

23 Dicembre 2024 13:05

Liguria: riforma legge urbanistica, consiglieri minoranza all’attacco. “Porterà più problemi che benefici”

In breve: "Attacca il paesaggio. Non prevede infrastrutture per il cambiamento climatico. Rischia di peggiorare la mancanza di servizi nell’entroterra. Aggrava la burocrazia".

Attacca il paesaggio. Non prevede infrastrutture per il cambiamento climatico. Rischia di peggiorare la mancanza di servizi nell’entroterra. Aggrava la burocrazia per i Comuni”. I consiglieri regionali Ferruccio Sansa, Selena Candia e Roberto Centi (Lista Sansa), Fabio Tosi (M5S) e Gianni Pastorino (Linea Condivisa) bocciano con decisione il disegno di legge sulla riforma della legge urbanistica regionale – ddl59/2021 – che lunedì 26 aprile sarà portato in discussione dalla Giunta in consiglio.

Liguria: riforma legge urbanistica regionale, opposizioni contrarie

“L’attenzione alla dimensione pubblica dovrebbe essere al centro della pianificazione, perché ha ripercussioni sulla vita delle persone che vivono su un territorio – dichiara la consigliera Selena Candia (Lista Sansa) Ma purtroppo questa riforma, così come ideata, rischia di portare più problemi che benefici.

Primo problema: il mancato rispetto della tutela del territorio e della disciplina paesaggistica, come molte associazioni ambientaliste e la Soprintendenza hanno sottolineato.

Secondo problema: il piano dei servizi e delle infrastrutture non parla di interventi per mettere in sicurezza il territorio in seguito al cambiamento climatico.

Terzo problema: il ddl legge pensa di risolvere i problemi dell’entroterra dando la possibilità di costruire con più libertà, ma non risolve il motivo principale dello spopolamento, che è la mancanza di servizi.

Quarto problema: il ddl complica la disciplina urbanistica e aggrava il peso del lavoro affidato ai Comuni, molti dei quali non hanno mai utilizzato gli strumenti di pianificazione previsti.

Bisogna evitare l’accentramento dei servizi in poche località, e prevedere invece che tutti i Comuni abbiano servizi vicini accessibili agli abitanti. Senza regole chiare il Comune ‘polo attrattore’ in una valle, potrebbe decidere di prevedere i servizi più appetibili nel proprio territorio, come le scuole e i parchi, e magari inserire nei Comuni vicini gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre alcuni servizi di prossimità non possono essere delegati al Comune-polo attrattore: l’entroterra si spopola proprio perché in troppi paesi mancano ambulatori medici, trasporti e scuole”.

“Nella proposta dell’assessore regionale all’urbanistica – aggiunge il capogruppo del M5S, Fabio Tosi si dice che le modifiche proposte alleggeriranno la burocrazia che insiste sui comuni dell’entroterra, non si dice che tutto ciò avverrà in deroga al Piano Territoriale di coordinamento paesistico (PTCP). Ci risiamo perché è giusto ricordarlo, che già nella passata legislatura, la giunta Toti ci provò inserendo il tutto nella proposta di federalismo differenziato provando ad accentrare sulla regione tutte le competenze della Sovrintendenza cosicché quest’ultima non avrebbe mai più potuto esprimere i propri pareri sulle autorizzazioni paesaggistiche”.

“Ancora una volta come nella passata legislatura, nascondendosi dietro la scusa di una semplificazione burocratica – dichiara il capogruppo di Linea Condivisa, Gianni Pastorinoquesta giunta interviene pesantemente sulla questione urbanistica. E interviene senza nessuna norma per mettere in sicurezza il territorio in seguito a cambiamenti climatici, senza nessun vero riguardo dell’entroterra della necessità di servizi e di occasioni per mantenere la gente a vivere e a lavorare in zone dietro le coste”.

Nel disegno di legge sono inseriti due nuovi strumenti urbanistici: il Piano dei Servizi e delle Infrastrutture e Il Piano Urbanistico Locale, che si sommano al preesistente Piano Urbanistico Comunale – PUC ad esclusione delle città e dei Comuni individuati come poli attrattori.

“Consideriamo che su 234 Comuni, 126 devono ancora realizzare i loro PUC. Questo vuol dire che il 54% ha strumenti urbanistici obsoleti. Siamo sicuri che inserire due nuovi piani (e quindi anche due procedure di Vas, valutazione ambientale strategica) possa aiutare i Comuni, o rischia di aggravare un quadro già complesso?“, si domanda la consigliera Candia.

Il DDL nel suo articolo 9 propone inoltre una sostanziale deregolamentazione nelle aree classificate come entroterra – scrivono ancora i consiglieri di minoranza – Qui infatti non varrà più il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico. E’ un cambiamento pericoloso, all’interno di una regione dove la percentuale di suolo occupato rispetto al territorio disponibile e pari all’8,3% e superiore alla media italiana (7,6%). Questo articolo inoltre viene presentato mentre manca ancora il nuovo Piano Paesaggistico, che la Regione dovrebbe approvare in base al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

Non è la prima volta che la Regione cerca di bypassare la tutela del paesaggio, visto che la giunta Toti aveva già cercato di passare alla Regione le competenze della Sovrintendenza in termini di autorizzazioni paesaggistiche. Così facendo si rischia, ancora una volta, di ritrovarci con una norma incostituzionale. Il governo del territorio è materia di competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni secondo l’art. 117 della nostra Costituzione. Se una legge è impugnata perché non volutamente chiara nella suddivisione delle competenze e dei limiti di intervento, questo comporta dei ritardi e dei periodi di vuoto normativo che non aiutano di certo i liguri e le nostre imprese.

La norma inoltre riporta l’ennesimo rinvio nella redazione dei PUC. Sono infatti prorogati al 31 dicembre 2023 i termini che limitano l’attività edilizia nei Comuni che non hanno ancora adottato il piano urbanistico comunale. Ritardare per la quarta volta la stesura dei PUC (una volta con Burlando, tre volte con Toti) secondo la giunta va incontro alle esigenze dei Comuni: secondo noi è un favore nei confronti di alcune amministrazioni comunali vicine alla Giunta regionale.

Senza PUC vi è infatti la possibilità di eludere la normativa VAS (Valutazione Strategica) necessaria per mettere in evidenza le ricadute ambientali nei processi di pianificazione urbanistica. Non certo una misura a tutela dei liguri e del nostro territorio”.

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