26 Dicembre 2024 02:40

26 Dicembre 2024 02:40

Covid, Diano Marina: lo sfogo del ristoratore Daniele Sessa. “Pioggia e freddo, non verrà nessuno. Altri soldi buttati”

In breve: "All'aperto ci saranno 15 gradi. Quei dieci che sarebbero venuti oggi, per farci incassare quei 200 euro al giorno per pagare i dipendenti, non verranno".

26 aprile e riapriamo, ma il meteo da una settimana di pioggia. 10 giorni buttati nella spazzatura, ordini, forniture, cotture, preparativi, tutto nel cesso”. Così Daniele Sessa, imprenditore attivo nel settore della ristorazione nel golfo dianese, si sfoga sui social per la decisione del Governo di permettere la riapertura dei locali, in zona gialla, solo all’esterno. 

Covid, Diano Marina: lo sfogo del ristoratore Daniele Sessa

“26 aprile e riapriamo, ma il meteo da una settimana di pioggia. 10 giorni buttati nella spazzatura, ordini, forniture, cotture, preparativi, tutto nel cesso.

All’aperto ci saranno 15 gradi. Quei dieci che sarebbero venuti oggi, per farci incassare quei 200 euro al giorno per pagare i dipendenti, non verranno.

È lo stesso se i locali hanno sale da 300/400 mq. Potrebbero praticamente stare distanti. Non frega a nessuno, tutti all’aperto.

Isole pedonali, centri storici, zone di vincolo, non puoi mettere ombrelloni o stufette. Ci troviamo difronte a una settimana di cappotti.

Questo sta succedendo. Poi però hanno lavorato negli autogrill, le altre categorie hanno funzionato tutto l’anno. Gli appestati al bar a prendere il bicchierino di carta, code nei supermercati, nelle farmacie, alle poste.

Non si capisce il motivo. Il motivo per cui ce l’abbiate con noi. Se ci spiegate come fare, come proteggerci da questo virus, noi siamo in grado di farlo. Continuiamo a vivere dentro le regole dell’asilo nido, ma siamo adulti, siamo gestori. Noi gestiamo da sempre.

Anche noi non vogliamo ammalarci, non vogliamo trasmettere la malattia. È normale.

Alla fine dobbiamo aspettare il 20 maggio, faremo un mese inutile. Di nuovo buttar soldi verso dipendenti a cui dobbiamo dare qualcosa. Voi non date nulla.

Ma cosa state facendo? Quanto deve continuare questa storia?

Non so nemmeno cosa fare. Alle 12 ho i ragazzi che vanno a lavorare, per chi? Per chi se piove? Cosa gli dico? Andate a casa?

Vi rendete conto come siamo conciati?

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