“Ci capita nella vita di aver bisogno di ritrovare il nostro mondo, capire di nuovo chi siamo. Ulisse lo fa. Tutti noi siamo il frutto delle relazioni della nostra vita, la somma delle persone che incontriamo“. Questa la riflessione di Cristina Dell’Acqua, scrittrice, vicepreside del prestigioso Collegio San Carlo di Milano e insegnante di latino e greco, nel corso della presentazione del suo nuovo libro “Il nodo magico. Ulisse, Circe e i legami che rendono liberi” (Mondadori, 2021), nell’ambito della rassegna letteraria “Grandi Autori a Casa tua”, ideata nel 2020 da Francesca Rotta Gentile, vicepreside e docente di lettere dell’istituto Colombo di Sanremo.
Presente all’incontro, realizzato in videoconferenza, anche Patrizia Milanese, docente di lettere del Liceo Cassini di Sanremo.
Imperia: a tu per tu con Cristina dell’Acqua. “Siamo il risultato dei legami “
Perché la scelta di Ulisse?
“È il mito dei miti, quello che ci accompagna da sempre, da donne, da professoresse, è un oggetto di un mito che leggiamo sempre. Ho in mente una frase di Calvino che dice in ‘Lezioni Americane’: ‘Con i miti non bisogna avere fretta, bisogna lasciarli depositare nella memoria’. Proprio questo mi ha ispirato questo libro, un viaggio nell’Odissea, non una riscrittura, in particolare l’ultima parte, quella in cui Ulisse sta per tornare a Itaca, mentre incontra diverse donne e in mezzo c’è la discesa nell’Ade, che è una discesa in se stesso”.
È importante la dimensione del ricordo?
“Ci capita nella vita di aver bisogno di ritrovare il nostro mondo, capire di nuovo chi siamo. Ulisse lo fa. Tutti noi siamo il frutto delle relazioni della nostra vita, la somma delle persone che incontriamo. In questa parte del viaggio la dimensione del ricordo è duplice. Lui si ricostruisce attraverso il ricordo che ha della sua Itaca e di Penelope, ma prima di arrivare al ricordo finale ci sono i gradini intermedi, il ricordo di se stesso, che non è più l’eroe dell’Iliade, ma un naufrago, il ricordo di quello che lui vuole nella sua Itaca. Questo lo rende moderno. Calispo ha cercato di tenerlo in ogni modo con sè, ma lui le dice ‘sei bellissima, anche più bella di Penelope, ma io non vedo l’ora del ritorno. Probabilmente lei non può competere con te in bellezza, ma è là che ho le radice’. Da un parte c’è il valore al tempo, e, da donna, un ‘diritto alle rughe’, e dà un senso a che cos’è un uomo, non immortale, ma vive nel ricordo degli altri. Dall’altra, c’è il tema della nostalgia. La nostalgia credo sia un legame, per Ulisse è un filo che ci porta a quello che eravamo ed è il senso di quello che siamo”.
I nodi, i legami, sono parte essenziale della propria persona?
“Il nodo è un gioco, un riferimento all’ottavo libro dell’Odissea. Ulisse sta per partire dall‘Isola dei Feaci e la regina gli dà uno scrigno di tesori perché lui lo leghi in maniera tale da non perdere nulla. Il narratore dice che lo lega con un nodo complesso, variopinto, che gli aveva insegnato Circe anni prima. Sono due versi che ci sono solo lì. Un nodo che ha insegnato una maga non può non essere magico, ma è quello che i marinai chiamano ‘gassa d’amante’, è il nodo che lega senza stringere, assicura la barca senza stringere. Questa è la caratteristica dei legami attraverso cui si cresce. Ulisse e le donne che incontra crescono. Hanno uno scambio, una crescita”.
La rassegna “Grandi autori a casa tua” coinvolge cinque comuni della provincia di Imperia: Cervo, Imperia, Sanremo, Ospedaletti e Bordighera in un’ottica di sistema che vede il Ponente ligure unito in una rinascita culturale. Nuovi incontri animeranno il mese di maggio, dedicati in particolare al mondo della storia dell’arte. Venerdì 21 maggio Luca Beatrice presenterà Da che arte stai? 10 lezioni sul contemporaneo (Rizzoli, 2021), mentre venerdì 28 maggio: Jacopo Veneziani presenterà Simmetrie. Osservare l’arte di ieri con lo sguardo di oggi (Rizzoli, 2021).