È una proposta di legge destinata a far discutere, e non poco, quella depositata nei giorni scorsi, in Regione Liguria, dai consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Stefano Balleari, Sauro Manucci e Veronica Russo. Oggetto della proposta di legge l’aborto, in particolare le “Norme per la tutela della salute della donna e del concepito in attuazione delle leggi n.405 del 29 luglio 1975 e n.194 del 22 maggio 1978”.
L’obiettivo dei consiglieri, come spiegato nella proposta, è quello di “riconoscere il valore sociale della maternità, la salute della donna e del concepito”. Con questa proposta, i proponenti “intendono rendere concretamente un servizio ai figli – le cui vita, ancora nascosta, é in pericolo – e alle loro madri, minacciate dalla solitudine, dall’ignoranza, dalla povertà, dalla paura”.
Tra le iniziative previste, anche l’attivazione di “sportelli informativi, di ascolto e sostegno all’interno degli ospedali della regione”.
Liguria: da FdI proposta di Legge anti aborto
“L’esigenza di questa proposta di legge – si legge nel testo della proposta – nasce al fine di riconoscere il valore sociale della maternità, la salute della donna e del concepito. L’aiuto alla donna e la promozione della vita vogliono essere un obiettivo prioritario da perseguire anche a livello regionale. I proponenti, infatti, sono fermamente convinti che la tutela e le promozione della vita umana costituiscano il fine il fondamentodi ogni attività legislativa, sia statale che regionale, nonostante sussista il rischio che, in un momento di profonde difficoltà come quello attuale, la tutela del figlio in viaggio verso la nascita e di sua madre in difficoltà debba essere subordinata alla soluzione di altri più contingenti problemi.
In realtà, l’aborto è sempre e comunque una sconfitta: per il figlio, che perde la vita; per la madre, che sovente porta con sé un trauma per tutta l’esistenza; per la società, che viene privata del suo futuro. Per questo i proponenti della presente proposta di legge intendono rendere concretamente un servizio ai figli – le cui vita, ancora nascosta, é in pericolo -; e alle loro madri, minacciate dalla solitudine, dall’ignoranza, dalla povertà, dalla paura”.
“Il buon senso – si legge – il principio di precauzione, il diritto (v. sentenze della Colle costituzionale n. 27/75 e 35/97) vi hanno già risposto. Allo stesso modo la scienza moderna ha dato una mirabile conferma di quello intuizione: il concepito già un individuo appartenente alla specie umana, che si svilupperà fino alla mode senza modificazioni qualitative, ma solo quantitative; fin dall’inizio della vita unico, irripetibile. E con lui, sua madre, che va aiutata ad uscire dalla solitudine in cui si trova, spesso in un’angoscia ancor più penetrante, atteso il periodo assai delicato della gravidanza. Va pertanto sostenuta nella sua dignità, tutelata nella sua salute, accolta con discrezione e riservatezza, ascoltata nello sua disperazione”.
“Alla forte denatalità – si legge ancora – si aggiungono le interruzioni di gravidanza volontarie, circa 2257 in Liguria (Dati 2018- Relazione del Ministro della salute sull’attuazione dello legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravido= legge 194/78), le cui cause sono, da un lato, le difficoltà economico — familiari e quelle di ordine psicologico; d’altro lato, lo scadimento del senso del valore della vita umano nella coscienza individuale e sociale. E’ pertanto fondamentale cercare di attivarsi per limitare siffatta situazione anche attraverso la diffusione delle informazioni necessarie alla donna per vivere con piena consapevolezza la gravidanza, il parto e il puerperio. Con la presente proposta si vuole in particolare aiutare la donna, anche attraverso sportelli informativi, di ascolto e sostegno all’interno degli ospedali della regione, avvalendosi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato o superare le cause che potrebbero indurla ad un’interruzione di gravidanze”.