“Periodicamente Israele, uno Stato canaglia, con un governo che è covo di terroristi senza cuore e senza rispetto di niente e di nessuno, riaccende la tensione in Palestina occupata e scarica i suoi problemi sul popolo palestinese.
Non si parli di conflitto Israelo/Palestinese, il conflitto è altra cosa, esso presuppone due contendenti in qualche maniera simili, seppur diversi, con mezzi e armi simili.
In Palestina abbiamo invece un aggressore, armatissimo, protetto internazionalmente, che agisce come fattore continuo di destabilizzazione del mondo arabo e macellaio del popolo palestinese, da 73 anni.
Dall’altra parte appunto un popolo indomito, senza aviazione, senza unità corazzate, senza marina militare, e la cui artiglieria difensiva è costituita da razzi artigianali di ben poca efficacia.
Eppure quel popolo non cessa di lottare, di rivendicare la sua terra, il suo diritto all’autodeterminazione. Ma nonostante il tradimento di gran parte degli Stati arabi, la Palestina è nel cuore dei musulmani di tutto il mondo e in quello di chiunque dia valore al diritto, al coraggio e alla libertà.
Per creare lo stato di Israele, le forze sioniste hanno attaccato le principali città, distruggendo più di 530 villaggi palestinesi. Nel 1948, quasi 13.000 palestinesi furono uccisi e più di 750.000 furono costretti a lasciare loro case e diventare rifugiati.
Oggi, il loro numero e quello dei loro discendenti è quasi sette milioni di uomini, donne e bambini. Gran parte di loro vivono in campi profughi nei vicini paesi arabi e stanno aspettando da decenni di poter tornare in Patria.
Cifre spaventose… dalla Nakba del 1948 a oggi sono decine di migliaia le perdite palestinesi, vittime della violenza combinata dell’entità sionista e di quella dei coloni e, solo negli ultimi 10 anni, più di tremila palestinesi sono stati uccisi, decine di migliaia feriti, storpiati, invalidati per sempre a Gaza e in Cisgiordania.
Case distrutte, alberi sradicati, pozzi avvelenati, terreni agricoli devastati, barche da pesca affondate. Durante i 50 anni di insediamento, dal 1967 fino 2017, 600 mila coloni ebrei israeliani si sono insediati nei territori palestinesi in spregio al diritto internazionale che lo vieta 100 mila ettari di terreni agricoli sono stati confiscati in loro favore 50mila case ed edifici di proprietà palestinese sono stati demoliti.
Tutti i palestinesi affrontano restrizioni quotidiane sui loro movimenti e un milione di loro hanno conosciuto le galere israeliane dal 1967 ad oggi e attualmente sono oltre 10.000 quelli che vi si trovano, almeno il 10% sono ragazzini tra i 12 e i 18 anni
Questi bambini sono esposti alla crudeltà della tortura, dei processi iniqui e dei trattamenti inumani a cui sono sottoposti gli adulti, che violano i loro diritti fondamentali e minacciano di perdere il loro futuro, in violazione delle norme del diritto internazionale e della Convenzione sull’infanzia.
Sabato 15 dalle ore 16 la Comunità Islamica d’Imperia sarà in piazza De Amicis (entrata ovest del porto di Oneglia) per testimoniare la sua solidarietà ai suoi fratelli e alle sue sorelle di Gerusalemme, di Gaza e della Cisgiordania e chiede la stessa solidarietà a tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.
Comunità Islamica d’Imperia