“È stata una brutta avventura, ma grazie alla professionalità e all’umanità del personale medico mi sono ripresa”. Così Rosy, residente a Cervo, racconta i drammatici momenti vissuti dopo aver contratto il Covid 19.
A distanza di un mese dal ricovero nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Sanremo, Rosy desidera ringraziare di cuore tutto il personale medico che l’ha assistita in quei giorni difficili.
“Desidero ringraziare tutto il personale del reparto di Rianimazione di Sanremo, in particolare il dottor Bonilauri e le fisioterapiste che hanno operato positivamente sia dal punto di vista professionale sia da quello personale e umano. Ogni riconoscimento economico ulteriore nei confronti degli operatori sanitari, eroi del reparto covid, non sarà mai abbastanza, per la loro disponibilità donata ai pazienti.
Non scorderò mai la gentilezza e il calore che mi hanno dimostrato le fisioerapiste. Potevano essere mie figlie, ma, come ho detto a loro, in quel momento, mi sono sentita io figlia loro”.
Covid, Cervo: i ringraziamenti di Rosy dopo la guarigione
“Tutto è iniziato con un fortissimo mal di testa – racconta Rosy a ImperiaPost – io ne soffro per altri miei problemi, ma questo era diverso, mi faceva scoppiare la testa. All’inizio non ci ho dato molto peso, anche perché ho sempre seguito scrupolosamente le norme anti Covid, ma poi ho iniziato a sentire qualcosa nella gola che quasi mi sembrava di strozzarmi, così ho fatto un test sierologico che però è risultato negativo. Sono stata anche dal dottore, sostituto del mio medico di base, che però, in quel momento non ha ritenuto si trattasse di Covid. Sono andata avanti qualche giorno, finchè non riuscivo più a salire nemmeno le scale perché mi mancava il respiro.
Così, il 3 aprile, ho chiamato il 112 e il personale medico mi ha trovato la saturazione a 83, una percentuale bassissima, che poteva essere davvero pericolosa. Mi hanno portata subito a Sanremo, dove la tac ha mostrato i miei polmoni quasi in pleurite. Sono stata ricoverata in rianimazione con la maschera di ossigeno completamente chiusa che mi copriva tutto il viso e, se la saturazione non fosse salita, avrebbero dovuto intubarmi. La fede mi ha aiutato molto a tenere duro. Fortunatamente dopo 3 o 4 giorni ho iniziato a migliorare. Sono stata dimessa il 12 aprile e a casa è iniziata la ripresa. Devo davvero ringraziare il personale medico per la loro dedizione”.