22 Novembre 2024 18:19

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22 Novembre 2024 18:19

Imperia: la storia di Musa, il migrante 23enne che si è ucciso dopo l’aggressione a Ventimiglia. “Aveva tanti sogni. Volevamo aiutarlo, ora è troppo tardi”

In breve: Musa Balde, 23enne guineano, arrivato in Italia su un barcone nel 2017, per diversi mesi è stato a Imperia.

“Stava malissimo, era solo. Volevamo aiutarlo, trovargli un lavoro e regalargli una bici, ma ora è troppo tardi”. Così Gabriella, 19enne imperiese, ricorda Musa Balde, il 23enne migrante guineano che si è suicidato al Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) di Torino dove era ospite. 

Musa Balde, il 9 maggio scorso, era stato vittima di una brutale aggressione a Ventimiglia. Il video, girato da un testimone, aveva fatto il giro del web, generando grande indignazione in tutta l’Italia.

Migrante vittima aggressione Ventimiglia si toglie la vita: ecco chi era Musa Balde

Musa Balbe, 23enne guineano, arrivato in Italia su un barcone nel 2017, per diversi mesi è stato a Imperia. Gabriella, 19enne imperiese sensibile a queste tematiche, lo aveva incontrato in diverse occasioni notando la sua condizione di difficoltà e aveva intenzione di aiutarlo.

“Lo avevamo incontrato a Imperia diverse volte nei mesi scorsi – racconta Gabriella a ImperiaPost – era solo e in grande difficoltà. Io e il mio amico Simone ci siamo fermati per parlargli e ci si è aperto il cuore. Ci ha confessato di aver tanto bisogno di parlare perché nessuno lo capiva.

Ci ha raccontato che non era facile la sua vita, non riusciva a vivere in modo normale. Il nostro obiettivo era riuscire a trovargli un lavoro, anche piccolo, per sostenersi e iniziare a vivere normalmente. Volevamo anche regalargli la bici, però non lo abbiamo più visto né avuto sue notizie. Quando abbiamo saputo dell’aggressione a Ventimiglia abbiamo capito che era lui, così siamo andati all’Ospedale di Bordighera per chiedere se potevamo parlare con lui, ma per via del Covid e della privacy non è stato possibile. Purtroppo, ora abbiamo saputo la tragica notizia. Avremmo voluto aiutarlo, ma non abbiamo fatto in tempo. Speriamo che riposi in pace”.

Il ricordo de La Talpa e l’Orologio

Anche il CSA Talpa e L’orologio ha ricordato Musa Balde in un post su Facebook.

“Non un nome, non un volto, ci hanno provato per giorni a farti scomparire dalle cronache della realtá. In tanti e tante ti hanno cercato e con fatica trovato, anche se troppo tardi, e noi abbiamo saputo di te solo ieri, perché tu hai un nome.

Tu sei Musa, un giovane della Guinea venuto in Europa per rivendicare il riscatto sociale che è negato dalle nostre politiche, ancora oggi coloniali, in Africa come altrove. Tu sei Musa e non sei disposto a compromessi, i tuoi diritti li vuoi e non ti sei mai capacitato di come l’Europa dei diritti a parole sia così feroce nei fatti.

Tu sei Musa e non l’hai piegata la testa di fronte all’ingiustizia. Perdonaci fratello”.

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