Sono dati preoccupanti quelli emersi nel report della CGIL sugli andamenti occupazionali, economici e sociali della provincia di Imperia. La presentazione, tenutasi oggi, 26 maggio, presso la sede di via De Sonnaz è stata curata dal Responsabile Ufficio Economico CGIL Liguria, Marco De Silva, esaminando i dati a consuntivo del 2020 e i primi indicatori del 2021. Presente anche Fulvio Fellegara, segretario provinciale di CGIL Imperia.
Lavoro, demografia, povertà e istruzione: i dati in provincia di Imperia
Uno dei dati più preoccupanti inerenti la provincia di Imperia riguarda l’aumento del 300% degli infortuni mortali sul lavoro. È l’unica provincia ligure che triplica i morti sul lavoro.
La nostra provincia perde anche il 2% degli occupati, e si colloca ai livelli del 2010. Il settore più in crisi risulta essere l’industria, che ha perso 1/4 degli occupati. Dati che, fortunatamente, nel 2021 mostrano una positiva inversione di tendenza.
Commercio e turismo perdono l’8,5% di occupati. Per quel che riguarda il reddito di cittadinanza, nel 2020 il 7,5% della popolazione ha percepito un sostegno al reddito assistenziale. Aumenta del 4 mila percento la cassa integrazione.
Marco de Silva
“L’anno 2020 è stato tremendo per tutti, non ci aspettavamo grandi risultati. Due dati colpiscono di più nella provincia di Imperia.
Il più grave, perchè riguarda anche la perdita di vite umane, è l’aumento del 300% degli infortuni mortali, al netto del Covid.
Imperia è l’unica provincia che aumenta gli infortuni sul lavoro nel primo anno della pandemia e triplica i morti sul lavoro.
La provincia perde il 2% degli occupati. Li perde nell’industria, l’anno scorso le costruzioni hanno perso 1/4 degli occupati. Anche se i primi dati del 2021 mostrano una positiva inversione di tendenza.
8,5% in meno di occupati nel commercio e turismo. Turismo che lo scorso anno ha visto dimezzati gli arrivi e le presenze turistiche, con generale impoverimento di reddito, di lavoro e non solo.
Doveroso segnalare anche la straordinaria incidenza del reddito di cittadinanza, reddito di emergenza in questa provincia. Nel 2020, il 7,5% della popolazione ha percepito un sostegno al reddito assistenziale.
La cassa integrazione è aumentata di quasi il 4000%. Nel primo quadrimestre 2021, Imperia è l‘unica provincia dove continua ad aumentare”.
L’analisi che cosa mostra? Perchè succede questo proprio in provincia di Imperia?
“Questo non succede solo in provincia di Imperia. Le tendenze declinanti della nostra regione, dal punto di vista occupazionale, demografico, sociale, di redditi, sono diffuse in tutte le provincie.
Qui assume connotazioni sempre più marcate. La struttura produttiva è molto particolare, Imperia ha un tessuto di imprese piccole e piccolissime diffusissime e numerosissime.
È la provincia che ha l’incidenza di imprese per abitante più alta della Liguria. 10,5%.
Sono molte, piccole, fragili. Non sempre riescono a fornire occupazione stabile, di qualità e sicura.
Le imprese piccole spesso non riescono a formare adeguatamente le persone, ad essere competitive sui mercati, rinnovare e quindi a garantirsi una vita per se e una occupazione stabile per i dipendenti”.
Previsioni per il futuro?
“Non ce ne possono essere. Abbiamo intitolato il primo anno dell’era pandemica, perchè gli effetti della crisi da Covid si vedranno a lungo.
Non soltanto attraverso i licenziamenti che temiamo ci siano tra qualche mese, ma gli effetti li vedremo ancora e a lungo sui comportamenti produttivi delle coppie, sul numero dei figli, sui flussi demografici, sull’immigrazione e emigrazione verso l’estero. Non abbiamo probabilmente ancora visto niente”.
Fulvio Fellegara
“È il nostro tradizionale report, un appuntamento molto importante per la Camera del Lavoro perchè siamo abituati a ragionare dell’andamento economico di questa provincia, numeri alla mano.
Anche questa volta siamo in grado di fare un quadro che ha delle difficoltà che sono note. La pandemia ormai ha instaurato una dinamica di difficoltà sul territorio, ma molte delle difficoltà che questo territorio vive erano presenti già prima della pandemia.
Come il calo demografico, l’abbandono scolastico, le difficoltà nella formazione, nel lavoro di qualità, sono sicuramente tendenze che erano presenti e che avevamo già segnalato.
Oggi presentiamo un quadro che chiaramente tiene conto di quello che è successo nell’ultimo anno. Al dimezzamento del turismo, alle difficoltà che ci sono state anche all’inizio di questo 2021 in tanti settori.
La perdita di 1685 posti di lavoro, al netto dei blocchi dei licenziamenti. Un dato importante, fa capire quanto ha sofferto questa provincia.
Guardiamo al futuro con preoccupazione. Il blocco dei licenziamenti per le aziende senza cassa integrazione arriva sino alla fine della stagione estiva. Le due cose insieme preoccupano. Bisogna iniziare a pensarci e costruire qualche soluzione per evitare un problema sociale, che potrebbe aprirsi su questo territorio”.