C’è grande preoccupazione per una recente sentenza (fine aprile) con la quale la Corte Costituzionale ha bocciato per la seconda volta, ritenendole illegittime, le norme che permettevano ai Comuni di ripianare, in 30 anni, i disavanzi prodotti dai prestiti statali concessi per ripagare i debiti contratti con fornitori privati. In base ai dati divulgati dal Ministero dell’Economia, sarebbero 1.750 i Comuni che potrebbero avere riflessi negativi, 800 dei quali, secondo Anci, rischierebbero il default finanziario. Qual è la situazione di Imperia? Lo abbiamo chiesto al Sindaco Claudio Scajola.
Pronuncia Consulta spaventa Comuni: “Questione interessa marginalmente Imperia”
“E’ una questione molto delicata che, fortunatamente, interessa il Comune di Imperia in maniera marginale – dichiara Scajola – Faremo una riunione la prossima settimana, un punto trimestrale sul bilancio. E’ una prassi per comprendere come si muovono i diversi settori comunali. Nell’occasione affronteremo anche questa tematica.
Il bilancio del Comune di Imperia è garantito dal piano di rientro. Ci sono altri Comuni, in Italia, che dovranno fare i conti con buchi spaventosi. Il Governo sta valutando un confronto con Anci, c’è grande attenzione verso i Comuni, su cui purtroppo si scaricano tutte le problematiche del nostro paese. Questo perché i Comuni sono enti efficienti.
Noi abbiamo fatto, come Comune di Imperia, una sorta di radiologia del bilancio del Comune. Un bilancio oggi coperto dal nostro piano di rientro anche grazie al fatto che immediatamente abbiamo riconosciuto i debiti fuori bilancio, tirandoli letteralmente fuori dai cassetti.
Poi è arrivato il Covid, che ha complicato, e non poco, le cose. Sono diminuite le entrate, aumentate le spese. E i ristori non sono stati sufficienti. E’ una tematica delicata, complessa. Il confronto tra Anci e Governo sarà molto importante”.
