Si profila un clamoroso colpo di scena nell’ambito del processo per la morte di Martina Rossi, la studentessa imperiese che nell’agosto del 2011 perse la vita precipitando dal sesto piano dell’Hotel Sant’Ana di Palma de Maiorca, dove era in vacanza con le amiche. Nel tentativo di sfuggire a un tentativo di violenza sessuale secondo i giudici della Corte d’Appello di Firenze che, il 28 aprile scorso, ha condannato i due imputati, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, a tre anni di carcere.
A pochi giorni dal termine ultimo (12 giugno) per la presentazione del ricorso in Cassazione, su alcuni quotidiani toscani (il Corriere di Arezzo e la Nazione) è apparsa un’indiscrezione che ha fatto saltare sulla sedia tutti coloro che in questi anni ha seguito da vicino la tragica vicenda di Martina Rossi e dei suoi genitori, Bruno e Franca: Alessandro Albertoni, colui che, secondo i giudici, ebbe il ruolo di primo piano nella tentata violenza sessuale, tanto da presentare, all’arrivo delle forze dell’ordine, graffi sul collo per quella che il lungo iter processuale ha rivelato essere una colluttazione con la studentessa imperiese, potrebbe rinunciare al ricorso e lasciare che la condanna passi in giudicato
Morte Martina Rossi: Albertoni rinuncia a ricorso in Cassazione
Di conferme ufficiali non ce ne sono, anche perché il legale di Albertoni, l’avvocato Tiberio Baroni, prosegue nel suo silenzio, ma le voci sembrano avere un fondamento. Albertoni potrebbe lasciare che la sentenza diventi definitiva per poi chiedere, per evitare il carcere, l’affidamento in prova ai servizi sociali per estinguere la pena. Una procedura prevista dalla legge, ma che richiede il via libera del Tribunale di Sorveglianza (successivamente resterebbe comunque da definire la questione civilista del risarcimento danni, sino ad oggi ma affrontata dai legali della famiglia di Martina).
Seguirà invece un percorso diverso Luca Vanneschi, che quasi certamente, come per altro già annunciato dai suoi legali nelle ore successive alla sentenza d’Appello, presenterà ricorso in Cassazione. Il reato di tentava violenza sessuale si prescrive a ottobre, dunque i giudici della Suprema Corte avrebbero il tempo di pronunciarsi.