Alla Fiera del Libro Festival della Cultura Mediterranea di Imperia arrivano le Graphic Novel di Simona Binni. Non fumetti, ma libri sapientemente illustrati e densi di contenuti.
Simona Binni, laureata in Psicologia dell’età evolutiva, diplomata alla Scuola romana di fumetti ha al suo attivo importanti lavori come storyboard artist nella pubblicità, collaborazioni con il Giffoni film festival e con Roma film accademy e ora è legata alle edizioni Tunué, con le quali ha pubblicato Anima e il vulcano, vincitore al Romics 2015 del premio come “miglior esordiente”, Dammi la mano, Silverwood Lake e la sua opera, in presentazione a Imperia, La memoria delle tartarughe marine. Una storia illustrata che ha per cornice la Lampedusa dell’immigrazione.
Con le Graphic Novel il fumetto assume il formato libro con una storia completa
Spiega Simona Binni: “Graphic Novel è il fumetto che assume il formato libro. A differenza dei fumetti, che escono a puntate in edicola, i Graphic Novel sono romanzi grafici, storie che iniziano e finiscono in un unico volume. Io scrivo, disegno e coloro le mie storie. Ovviamente ne mondo del fumetto ci sono tante professionalità, c’è chi scrive, chi sceneggia, chi mette i dialoghi e il grafico che mette le grafiche di copertina e definisce i formati e poi c’è l’editing. E’ un lavoro articolato”.
Un romanzo che ha come cornice Lampedusa, per ricordarci, nell’epoca dello smart working, che esiste anche un mondo esterno su cui riflettere
Parlando de “La Memoria delle Taratarughe”, Simona Binni sottolinea: “Quando ho pensato questa storia non avevo la presunzione di raccontare una storia di migranti, che è un tema forte e difficile da affrontare, però mi piaceva raccontare una storia minore, di un uomo che ritorna a casa e ritrova la sua Lampedusa, con la quale vive un rapporto contrastato. Mi piaceva moltissimo l’idea di inserire questa storia in una cornice sociale importante e simbolica come Lampedusa. Il lavoro del fumettista è molto solitario, passiamo moltissime ore a casa, praticamente facciamo uno smart working da sempre e ci si può dimenticare che ci sia un fuori. L’idea di inserire la mia storia nella cornice di Lampedusa vuole dire un po’ questo, attraverso le storie comunicare qualcosa di importante e riflettere sul mondo, in questo caso anche attraverso i disegni e il colore“.