“Le sentinelle in piedi veglieranno in silenzio sabato 12 giugno a Imperia con un libro in mano e DICONO di “prendere il tempo per la verità”. La domanda è “quale verità?” quella sommariamente e confusamente descritta nella loro dichiarazione di uscita?
Non basta il tempo di un convegno per decostruire e rimuovere l’enorme quantità di errori e la confusione messa , dai sentinelli, nero su bianco per legittimare la loro uscita in pubblico”.
Queste le parole di Maria Sepe (Potere al Popolo) e Alberto Gabrielli (Rifondazione Comunista), in merito all’evento delle Sentinelle in Piedi contro il Ddl Zan, in programma sabato 12 giugno alla Spianata di Imperia.
Le sentinelle in piedi a Imperia: intervengono Potere al Popolo e Rifondazione Comunista
“Non resta che proporre qualche nota, in punta di diritto e non solo al fine di consentire una più accorta e documentata riflessione su temi complessi come quelli della sessualità, identità di genere, orientamento sessuale.
Il Disegno di Legge A. Zan prevede l’estensione degli articoli 604 bis e 604 ter del Codice penale alle condotte motivate dal sesso, dal genere, dall’orientamento sessuale e identità di genere della persona offesa. In particolare l’articolo 604 bis prevede quali reati la propaganda di idee fondate sulla superiorità, sull’odio razziale/etnico, il compimento di atti discriminatori o violenti per motivi razziali, etnici, religiosi e l’istigazione a commettere gli atti medesimi.
Il DdL Zan estende il reato alle condotte motivate dal sesso , dal genere e dall’orientamento sessuale ed estende l’applicazione dell’aggravante contemplata dall’art. 604 ter ai reati fondati su sesso, identità di genere o disabilità della persona offesa. In altri termini il fine di reprimere i crimini fondati sull’odio nei riguardi di una condizione personale della vittima, è perseguito per mezzo dell’estensione di norme già esistenti.
I sentinelli e tutti coloro i quali si sentono minacciati dal disegno suddetto, distolgano lo sguardo dal loro libro vuoto e leggano con attenzione la proposta e la lettera della norma esistente. Scoprirebbero, con poca fatica, che il BENE protetto è l’UGUAGLIANZA ovvero la pari dignità di ogni persona nell’affermazione della propria identità, struttura profonda, differente e insopprimibile dell’umano.
I sentinelli e non solo sostengono non sia necessario introdurre nuovi reati per tutelare le persone che subiscono violenza per la loro identità di genere e/o per il loro orientamento sessuale dal momento che la norma c’è già. Non si nega che il nostro ordinamento contempli norme atte a tutelare ogni persona da atti di aggressione fisica e/o verbale.
Quello che manca nella norma e che i sentinelli, e non solo, si ostinano a non vedere, è il riconoscimento della gravità di condotte che colpiscono le persone esclusivamente sulla base di una condizione personale che discende da quella pari dignità che la norma già tutela.
Il disegno di Legge così biecamente strumentalizzato e manipolato non si propone di introdurre tutele ulteriori per alcune categorie ma solo riconoscere che sesso , genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità sono dimensioni di valore non solo per il singolo individuo che ne soffre la violazione ma per l’intera comunità umana.
Ai sentinelli e non solo suggerisco di tenere tra le mani libri capaci di arricchire le loro coscienze e le loro menti in merito alla straordinaria complessità dell’umano che va oltre gli algidi binarismi evocati nella loro dichiarazione di intenti.
Ai lettori dico che in gioco c’è molto di più. In gioco c’è la pari dignità, c’è l’uguaglianza di condizioni personali ed essenziali cui DEVE essere riconosciuto di potersi esprimere in libertà e in sicurezza.
L’ODIO colpisce l’essenza stessa dell’umano perché produce umiliazione, perché produce subordinazione, perché produce terrore, perché calpesta la differenza.
E vengo all’altra preoccupazione dei sentinelli e non solo, ovvero la limitazione della libertà di espressione. Questo aspetto, o sentinelli, vi riguarda pertanto ancora vi esorto a deporre i vostri libri vuoti e a meditare.
La libertà di manifestare ed esprimere il pensiero, ancoraggio imprescindibile di una democrazia costituzionale come la nostra, non può essere senza limiti. Il limite si fissa nel punto di equilibrio tra la tutela della libertà di espressione e la tutela della dignità della persona da ogni forma di discriminazione e di violenza.
L’abuso di parole come libertà e democrazia del tutto separate dal loro significato profondo e dal loro valore storico, sta davvero travalicando ogni limite del sopportabile: non è affatto “democratico” manifestare per impedire ad altri dignità e libertà che non danneggiano in alcun modo la tua vita ed esistenza, né la tua libertà. Questo si chiama abuso di diritto, o se preferite, fascismo.
La Democrazia deve tutelare la espressione delle proprie idee, non delle proprie farneticazioni violente, ignoranti e profondamente blasfeme.
Non si trova un solo Dio nelle religioni cosiddette rivelate, se non in quelle “fai da te” che istighi alla segregazione delle diversità personali e che non riconosca la gravità del peccato non solo in fatti ma anche in parole: non voler riconoscere che la violenza contro orientamenti sessuali non personalmente graditi debba essere valutata con particolare severità è atto meschino e profondamente violento, una bestemmia contro la vita e contro il creato la cui bellezza sta tutta e solo nella molteplicità, nella varietà, nelle differenza, nella complessità”.