23 Dicembre 2024 03:52

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Imperia: “Il lavoro c’è, ma non si trova personale”. L’amarezza di Nausica, titolare di Capo Horn. “In 22 anni di attività non mi era mai capitato” / Foto e video

In breve: Nausica Di Benedetto, titolare del Chiosco Capo Horn a Borgo Marina, ha raccontato a ImperiaPost la sua esperienza, manifestando preoccupazione per la stagione di lavoro.

All’indomani dell’entrata in vigore della zona bianca in Liguria, così come in diverse altre regioni d’Italia, dopo mesi di chiusura per via dell’emergenza Coronavirus, imprenditori e titolari di attività, specialmente nel settore della ristorazione, si stanno scontrando con una dura e spesso inaspettata realtà: la difficoltà nel trovare forza lavoro per la stagione estiva. 

Collegandosi sulle diverse piattaforme social, nell’ultimo periodo, è facile trovare annunci di lavoro da parte di locali e hotel che cercano personale, da camerieri a cuochi, da lavapiatti a baristi, con una frequenza tale che, per ovvi motivi, non si verificava da molto tempo. Parlando con gli esercenti, però, si scopre che a questi annunci rispondono sempre meno persone e che chi si presenta per un colloquio molte volte non accetta l’impiego.

Quali sono le cause? Le ipotesi che circolano sul web e sui giornali nazionali sono molte. Il reddito di cittadinanza e le altre forme di assistenza disincentivano i giovani a cercare lavoro? Ci sono poche certezze e troppe situazioni di sfruttamento nei lavori stagionali? C’è poca voglia di lavorare?

Sta di fatto che molti imprenditori e commercianti stanno facendo i conti con questo problema, anche a Imperia. Tra questi, Nausica Di Benedetto, titolare del Chiosco Capo Horn a Borgo Marina, che ha raccontato a ImperiaPost la sua esperienza, manifestando preoccupazione per la stagione di lavoro.

Imperia, lavoro: Nausica Di Benedetto

“Ci ritroviamo nel pieno della stagione, iniziando più tardi rispetto al solito a causa del Coronavirus, a cercare personale, senza sapere come fare a dare un servizio ai clienti. Non riusciamo a servire i tavoli o comunque il servizio è molto più lento. Chiaramente al cliente non interessa il motivo.

Le persone si presentano in numero molto ridotto e senza competenze.  La difficoltà, oltre a trovare personale, è trovare personale specializzato.

Sono 22 anni che sono titolare di un chiosco. Non mi è mai successa una cosa del genere, mai come quest’anno”.

Cosa viene chiesto a chi si presenta?

“Durante una stagione sicuramente la disponibilità negli orari, elasticità. Non si sfruttano le persone come viene detto ultimamente. C’è chi dice: ‘non trovate personale perchè li sottopagate’. Non è il mio caso, purtroppo ci sono colleghi che se ne approfittano. Sottopagano, sfruttano le persone. Non siamo tutti uguali, questo va detto.

I giovani dovrebbero mettersi un po’ in gioco. Capisco che si lavora tutti per arrivare a fine mese e avere qualcosa in tasca, ma bisogna fare anche un po’ di gavetta, soprattutto se si è molto giovani.

Se si vuole intraprendere questo lavoro bisogna mettersi in gioco. Persone come me insegnano anche un mestiere, oltre a pagare per quello che si fa.

Le persone non le trovo perchè non hanno voglia di lavorare. Il problema è il reddito di cittadinanza? I bonus? È possibile, non ho le competenze per dirlo.

Probabilmente sì, visto che rispetto agli altri anni c’è una differenza incredibile di carenza di proposte di lavoro, di personale che si propone.

Siamo tutti messi malissimo e i miei colleghi dicono la stessa cosa, che fanno fatica a trovare”.

Quali sono i timori di questa stagione? Se non si trova abbastanza personale cosa può succedere?

“Succede che le persone che vengono a godere della nostra città si ritroveranno purtroppo un servizio che non vorremmo dare noi ristoratori.

È il nostro lavoro, lo facciamo con passione e vorremmo dare il massimo ogni momento. Questo non succede, purtroppo non a causa nostra, e ciò ci porta a non lavorare nel migliore dei modi”.

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