24 Novembre 2024 04:36

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24 Novembre 2024 04:36

Imperia: “Acqua e beni comuni, indietro non si torna!”, presidio davanti alla Prefettura/Foto e Video

In breve: "Rivieracqua? La nostra posizione è che rimanga pubblica, ma che sia una società gestita con la partecipazione dei lavoratori e della cittadinanza".

Presidio davanti alla Prefettura, questa mattina, da parte delle associazioni imperiesi che hanno sottoscritto l’appelloAcqua e beni comuni, indietro non si torna!“. Un’iniziativa che rientra nell’ambito delle attività di sensibilizzazione in vista della manifestazione nazionale del 12 giugno a Roma per il decennale dei Referendum del 2011 sull’acqua pubblica e sulla gestione in house dei servizi pubblici. 

Alla manifestazione, terminata con la consegna di un documento in Prefettura, hanno aderito Attac Imperia, CimAP (Coordinamento imperiese Acqua Pubblica), Cittadinanzattiva Imperia, Cotrone informa, Ponente Ambiente Cultura, Popoli in Arte, PRC Circolo Sanremo e Taggia, Rete Sanremo Solidale, Sanremo Insieme, Seminarmonia e XXV Aprile Intemelia.

Ecco le adesioni individuali: Marco Ardoino, Giuseppe Barnato, Moreno Biagioni, Stefano Bianco, Giorgio Caniglia, Daniela Cassini, Melina Claudio, Paola Ciardella, Roger De Bernardin, Christian De Dampierre Raimondi, Antonio Di Marco, Marina Di Mattei, Pino Fabiano, Giuseppe Famà, Davide Fassola, Silvia Galiano, Toni Germani, Mauro Giampaoli, Enzo Jorfida, Mauro Manuello, Alberto Pin, Maria Pia Ranza, Andrea Rebora, Manuela Roggero, Antonia Romano, Angela Ronga, Alfredo Schiavi, Maria Sepe, Maurizio Sgarzi, Lino Serafini, Paola Silvano, Patrizia Trecci, Isabella Valenzano.

Imperia:  acqua e beni comuni, presidio davanti alla Prefettura

Giorgio caniglia Vinai Silvana Patrizia Petri Beppe famà Cimap Non una di meno ponente ligure

Siamo i custodi di quell’esito referendario che 10 anni fa aveva portato alla vittoria con i ‘sì’ un’importantissima affermazione per sottrarre l’acqua dai mercatiha dichiarato ai cronisti presenti Mauro Giampaoli, di Attac Imperia – Pur essendo ancora un esito disatteso, per noi è stato un momento fondamentale, altrimenti oggi non ci troveremmo a difendere alcuni spazi di democrazia che consentono alle aziende che erogano servizi di rimanere in una sfera pubblica. È un’occasione per rilanciare quel periodo, in una fase così delicata di crisi pandemica e di crisi ambientale, siamo qui per ribadire quanto sia fondamentale che tutti i diritti primari, a partire dall’acqua, i servizi pubblici, la difesa del suolo e le nostre società pubbliche e locali, devono essere lasciati al pubblico e devono poter non essere mercificati, soprattutto alla luce di un piano nazionale di ripresa e resilienza che non tiene conto dei territori, e fa dei territori un terreno di caccia per poter cementificare, per portare a profitto tutto ciò che può essere portato a profitto”.

Rivieracqua

“La nostra posizione su Rivieracqua è ovviamente quella che rimanga pubblica, ma che sia una società gestita con la partecipazione dei lavoratori e della cittadinanza. C’è bisogno di un pubblico che si contrapponga alla gestione privata, ma che vada oltre alle gestioni che abbiamo visto finora che non hanno visto la partecipazione dei Comuni, dei cittadini e dei lavoratori. I beni comuni sono qualcosa che va sottratto alle logiche private, ma anche a una gestione pubblica che in questi anni non è stata in grado di tutelare questo bene”.

Riviera Trasporti

“Per quanto riguarda Riviera Trasporti crediamo che in una fase come questa, in cui si è dimostrato che con i rischi di pandemia i trasporti e lo spostamento delle persone sono fondamentali, non possono essere lasciati a una gestione privata che bada a una rendita di profitto. C’è bisogno di maggiori trasporti pubblici per consentire adeguatamente alle persone di spostarsi. Fare un passo in avanti e inserire il trasporto pubblico all’interno del finanziamento della fiscalità generale. Al momento solo un terzo della spesa è sostenuto dalla tariffazione, quindi non sarebbe molto difficoltoso riuscire a sostenere economicamente questo passaggio”.

 

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