“Due denunce per minacce, ma non per stalking. Per questo non è scattato il Codice Rosso“. Lo afferma il Procuratore della Repubblica di Imperia Alberto Lari, nell’ambito del caso del femminicidio perpetrato da Antonio Vicari, il 65enne che, ieri pomeriggio, a Ventimiglia, ha ucciso l’ex fidanzata Sharon Micheletti di 30 anni, sparandole tre colpi di arma da fuoco, per poi suicidarsi.
Secondo quanto ricostruito, la relazione tra Antonio Vicari e Sharon Micheletti risale al 2017. Successivamente, Vicari viene condannato per violenza sessuale nei confronti della ex moglie, che l’aveva denunciato tempo prima, e finisce in carcere. Da lì inizia a spedire lettere a Sharon lamentandosi del fatto che non riceve sue visite e sottolineando di essere “l’uomo della sua vita”. Sharon, spaventata dal tono delle lettere, presenta una prima segnalazione, archiviata per la poca chiarezza delle affermazioni.
Una volta uscito dal carcere, Vicari non va immediatamente a cercarla, finchè, il 28 marzo 2021, il 65enne chiede alla giovane un incontro sotto casa di lei, presentandosi con il padre, perchè rivorrebbe indietro i mobili della casa dove avevano convissuto. Alla risposta negativa di Sharon, poichè quella casa non è più disponibile, Vicari si arrabbia e la minaccia di morte, affermando anche: “Te la faccio pagare”.
È in quell’occasione che scatta la prima denuncia ufficiale alle forze dell’ordine. Sharon spiega di essere stata minacciata, ma aggiunge che, alla fine dell’alterco, Vicari se ne sarebbe andato capendo che non avrebbe riavuto i mobili.
Si arriva così al 28 aprile, quando Vicari si presenta sotto casa di Sharon chiedendo di parlare con il nuovo marito. Quest’ultimo, però, si rifiuta e chiama i Carabinieri. Al loro arrivo Vicari si è già allontanato.
La seconda denuncia arriva il 1° giugno, quando Sharon si reca dai Carabinieri di Bordighera raccontando di aver incontrato Vicari per caso per strada e di essere stata minacciata di morte da lui: “Ti faccio fuori”. Quella è l’ultima volta che Sharon si rivolge alle forze dell’ordine prima dell’omicidio, avvenuto a distanza di sole due settimane. Da quanto emerso, Sharon non si è mai rivolta al Centro Antiviolenza.
Femminicidio Ventimiglia: due denunce per minacce, parla Procuratore Lari
“Al momento della tragedia – dichiara a ImperiaPost il procuratore Alberto Lari – erano state presentate due denunce per minacce, classificate come ‘semplici’.
Non è scattato il Codice Rosso perchè il comportamento di Vicari è stato descritto come isolato e non reiterato, perciò il caso è stato trattato come minaccia semplice. Il fatto non è stato descritto nella sua completezza.
Ieri è stato sentito il marito della vittima che ha affermato che il 65enne esercitava stalking sulla donna da mesi. Lei non ne ha mai parlato alle forze dell’ordine, ha solo sporto le denunce per minacce per due singoli episodi. Non è emersa la condotta seriale e, inoltre, la donna ha raccontato di non essere mai stata aggredita.
Perchè non è stato guardato il profilo Facebook di Vicari? Perchè abbiamo tantissimi casi di minacce semplici e non è possibile fare ulteriori accertamenti per ognuno. È fondamentale specificare i comportamenti reiterati per far scattare tutti gli strumenti anti stalking previsti dall’ordinamento italiano. È per questo che le denunce vanno fatte complete, mai parziali.
Se fosse stato visto il profilo probabilmente si sarebbe attivata una verifica sulla possibile attivazione del Codice Rosso, dato che i post denotano l’ossessione che Vicari aveva per la donna.
Per quanto riguarda l’arma, non si era a conoscenza che Vicari ne possedesse una. Sono in corso gli accertamenti per capirne la provenienza. Dalle perquisizioni in casa, non sono state trovate altre armi [le armi che compaiono nelle fotografie sul profilo Facebook di Antonio Vicari, quindi, non si trovano nella sua abitazione, ndr].
Ritengo che le critiche fatte alle forze dell’ordine siano ingenerose. È stato fatto tutto il possibile considerando ciò di cui si era a conoscenza. Il comportamento di Vicari ha sorpreso un po’ tutti.
Purtroppo in Italia la violenza sulle donne sta diventando un problema culturale, la cultura del possesso della donna. Ci sono tante persone che la pensano così. Non è il mio compito entrare in queste dinamiche, ma credo che si potrebbe fare più educazione civica nelle scuole per evitare di alimentare questa cultura possessiva.
Sia la Polizia che i Carabinieri della Provincia di Imperia hanno attivato gruppi speciali per occuparsi dei casi di stalking, ma è importante che le denunce vengano fatte complete.
Nonostante il caso sia chiaro si svolgeranno gli atti dovuti, verrà eseguita l’autopsia, ci saranno gli accertamenti sulla dinamica per chiarire il contesto per valutare un’eventuale sottovalutazione del caso. Non abbiamo timore di fare verifiche in questa direzione.
Attualmente la denuncia dopo essere stata raccolta passa al Pubblico Ministero specializzato nei casi di stalking che poi affida l’incarico a un gruppo specializzato che avvia le verifiche per attivare le azioni previste dall’ordinamento. Io ho proposto che questa fase ci sia prima, ovvero che l’operatore che riceve la denuncia sia già specializzato, che ci sia un gruppo preparato in questi casi fin dal primo momento”.