Nuova udienza questa mattina, in tribunale a Imperia, davanti al Giudice Marta Maria Bossi, del processo nei confronti di Medhi Istiquam, camionista, 33 anni francese, difeso dall’avvocato Andrea Rovere, e dell’imperiese Maurizio Creazzo, 39 anni, difeso dall’avvocato Luca Ritzu, accusati di omicidio colposo aggravato a seguito dello spaventoso incidente che causò la morte di Laurie Porro, 32 anni.
La donna, moglie di Creazzo, viaggiava, nella serata del 22 marzo 2016, sull’Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, a bordo di una Renault Espace, insieme al marito e ai tre figli: una bambina di 7 anni, uno di 5 anni e una di 10 mesi. Tra Imperia Ovest e Arma di Taggia, a seguito dell’impatto con un tir, condotto da Medhi Istiquam, perse la vita.
Imperia: morte Laurie Porro, processo per omicidio colposo. In aula scontro tra periti
In aula, questa mattina, sono stati ascoltati il perito del Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà, il Geometra Stefano Garbarino, il perito della Axa Assicurazioni (per Istiquam), l’ing. Nico Roberti, e il perito della difesa Creazzo, l’ing. Luciano Di Virgilio.
La ricostruzione dei fatti secondo l’accusa
L’accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà, imputa al camionista francese il sorpasso, in galleria, in autostrada, di un altro camion, violando il divieto indicato dalla segnaletica stradale e ad una velocità superiore a quella consentita.
Dopo aver effettuato il sorpasso, Istiquam, secondo l’accusa, si sarebbe fermato sulla corsia di marcia, causando la frenata del camion precedentemente superato, condotto da un autotrasportatore romeno.
Nel frattempo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe sopraggiunto un terzo autoarticolato (non si conoscono le generalità del camionista) che avrebbe tentato il sorpasso dei due tir, senza però riuscirvi in quanto la carreggiata solo parzialmente libera. In quel momento sarebbe sopraggiunta l’auto guidata da Creazzo che avrebbe tentato una manovra di emergenza, sterzando sulla destra, senza però riuscire ad evitare l’impatto con l’autoarticolato condotto dall’autotrasportatore romeno.
L’analisi dei periti
Il Geom. Garbarino ha ricondotto l’incidente sia alla manovra di sorpasso, ritenuta sconsiderata, di Istiquam, sia all’alta velocità del Creazzo che, secondo il perito, procedeva a 130 km/h in una situazione di scarsa visibilità, in curva, occupando la corsia di sorpasso, con la corsia di destra libera.
L’ing. Di Virgilio ha invece sostenuto che la guida del Creazzo non avrebbe inciso in alcun modo nel nesso causale del sinistro stradale.
L’ing. Nico Roberti ha confermato la responsabilità dei camionisti che si sono arrestati all’ingresso della galleria, ostruendo il passaggio, ma ha evidenziato che anche nella condotta del Creazzo ci sarebbero responsabilità, in quanto procedeva ad alta velocità, nonostante la scarsa visibilità in curva, e nella corsia di sorpasso, con la corsia di destra libera.
Nel processo sono costituiti parte civile Creazzo, i familiari della vittima e le assicurazioni, rappresentate dagli avvocati Andrea Artioli, Bruno Di Giovanni, Davide La Monica e De Pascalis.