Continua la bagarre “telematica” tra il capogruppo del Pd Giorgio Montanari e il capogruppo di Imperia Riparte Giuseppe Fossati a seguito della discussione sulle nomine della Commissione Locale per il paesaggio, inserita nell’ordine del giorno su richiesta proprio di Fossati. In particolare, nel mirino di Montanari è finita la sorella del capogruppo di Imperia Riparte, nominata, nel 2005, membro della Commissione Edilizia in sostituzione del fratello dimissionario.
Dopo la risposta di Fossati, Montanari replica:
“Devo aver proprio toccato un bel nervo scoperto con il mio intervento, a giudicare dalla reazione fuori dalle staffe del consigliere Fossati. Gli va riconosciuto che solitamente ammette le porcherie commesse in passato dalla sua parte politica, o per lo meno quelle più innegabili, e spesso se la cava sostenendo che lui, però, non era affatto d’accordo, e che agì così solo per spirito di partito. E magari cita le furibonde “riunioni dell’epoca” nella sede di Forza Italia in cui lui, ovviamente, era sempre l’unica voce minoritaria dissenziente.
Ma questa volta la vicenda lo riguarda così da vicino da non poter usare questa solita strategia, a meno di ammettere di essere stato in minoranza pure con sé stesso. Allora cambia tattica e decide di autodenunciarsi, non senza lasciarsi andare ad attacchi personali e a paragoni improbabili (è del tutto evidente che sono e rimarrò sempre meno signore di persone del calibro di Paolo Verda, se ne faccia una ragione).
Fossati mi attacca perché non ha gradito che il sottoscritto abbia ricordato una storia vera, esposta tra l’altro senza alcun giudizio personale né su di lui né tantomeno sulla di lui sorella. Una storia che parla di favori, favoritismi, e “cortesie” e “ringraziamenti” (come li chiama “signorilmente” Fossati). E conta poco se tutto avvenne senza sotterfugi, perché purtroppo anche quel che è “alla luce del sole” può puzzare tremendamente.
A proposito, chissà se quell’anno, tra le centinaia di avvocati imperiesi e non, ce ne sarà stato qualcun’altro con l’ambizione e le carte in regola per far parte di quella commissione edilizia ma, ahimé, con un difetto insanabile: un cognome diverso dal suo.
Ma forse non val la pena farsi queste domande: ci basti sapere che Fossati doveva essere “ringraziato”, e l’allora Sindaco del Partito dell’Amore non esitò a dargli la caramellina. E poi ci dice che qualcuno lo vuole “intimidire”? Con un “messaggio volgare e mafioso”? Soltanto perché ho evitato di dire in Aula il suo nome?
Credo che a ben guardare, se c’è qualcosa di “volgare e mafioso” in tutta questa storia, non è di certo il mio messaggio.