“I lavoratori che oggi sono a rischio sono gli stessi che hanno affrontato la pandemia, gli stessi che tutti chiamavano eroi. Ora ci batteremo per difendere i loro diritti ed è necessario attivare lo stato di agitazione”. Lo hanno affermato i sindacati UIL FLP Ponente Ligure al termine dell’assemblea straordinaria dei lavoratori della Casa di Riposo Pensionato Imperia, avvenuta ieri. L’obiettivo è garantire i diritti di tutti i 34 lavoratori interessati dal passaggio di appalto all’interno della struttura. Si tratta, nel dettaglio, di 21 OSS, 7 infermieri e 6 ausiliari.
Presenti all’assemblea Milena Speranza, segretaria regionale UIL FLP, e i segretari territoriali Cinzia Guanci e Riccardo Ronca.
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“Siamo molto preoccupate – hanno dichiarato a ImperiaPost due OSS che lavorano nella struttura da 16 e 17 anni – ci troviamo in bilico e non sappiamo a cosa andiamo incontro. Ognuno di noi ha una famiglia, impegni da pagare. Ci siamo sempre tenuti informati tramite la Uil che ci dà tutto il sostegno possibile. Abbiamo paura ma siamo fiduciose”.
“Io ho un’anzianità di 20 anni – ha aggiunto un’altra OSS – Vorrei arrivare a pensione tranquilla. Sono preoccupata anche per i pazienti. Durante il covid eravamo la loro famiglia, abbiamo vissuto momenti difficili. Siamo molto amareggiati per la situazione. L’unica cosa che vogliamo è lavorare, c’è tanta voglia nonostante la stanchezza”.
“Sono lavoratrice per la cooperativa Faggio da 15 anni – ha affermato un’altra Oss – sono preoccupata. La cosa che mi lascia perplessa è che stamattina in struttura si parlava di un avvenuto accordo che ho scoperto non essere vero. Malgrado questo sono ottimista perché la Uil sta facendo un grande lavoro”.
Cinzia Guanci, segretaria territoriale Uil FPL
“Si è appena concluso l’incontro con i lavoratori che abbiamo convocato in via straordinaria proprio perchè ieri non si è raggiunto l’accordo per il passaggio e quindi l’applicazione dell’articolo 37 come previsto dal contratto delle cooperative sociali. Purtroppo l’accordo è venuto meno a causa di una mancanza di tutela dei lavoratori. Per quanto riguarda le figure infermieristiche sarebbero messe in una condizione di precarietà sotto un’agenzia interinale con la possibilità di essere licenziate anche da domani. Parliamo di lavoratrici, mamme, che hanno un contratto indeterminato da anni che potrebbero essere da domani precarie o disoccupate. Per quanto riguarda le figure Oss c’è la possibilità di una riduzione dell’orario di lavoro che andrebbe ad incidere sulla parte retributiva.
Siamo pronti a dichiarare lo stato di agitazione, a seguire i lavoratori fino in fondo perchè crediamo che meritino di essere tutelati nel loro diritto di lavoratori e nel rispetto della loro professionalità. Auspichiamo al raggiungimento di un accordo. Abbiamo già chiesto di riaprire un confronto con la cooperativa Kursana, la cooperativa Il Faggio e le altre organizzazioni sindacali perchè crediamo sia doveroso verso gli operatori. Non ci dimentichiamo che il loro lavoro coinvolge anche i pazienti, gli anziani, che dal primo luglio si potrebbero trovare senza nessuna garanzia assistenziale. Attiviamo tutte le procedure per arrivare a un accordo tutelando tutti. Siamo fiduciosi, siamo pronti a far battaglia per tutelare tutti. Non ci tireremo indietro se non ci sarà l’applicazione dell’articolo 37 così come previsto dal contratto, dalla norma e dalla gara dell’appalto, che evoca una clausola sociale che va a garantire i lavoratori che sono già all’interno del servizio.
Non è accettabile che si siano stralciate delle parti di una gara d’appalto lasciando all’oscuro le organizzazioni sindacali, senza coinvolgerle come è previsto dalle normative, trovandoci a ridosso di una chiusura dell’appalto. Bisognava raggiungere un accordo prima di arrivare a oggi. Auspichiamo in una riapertura del confronto. Speriamo che l‘ASP stessa si renda disponibile a rivedere quanto presumibilmente avrebbe concordato con la cooperativa subentrante, facendo un passo indietro e riportando tutto nelle sedi opportune, nel rispetto della gara stessa da lei indetta”.
C’è il tempo di trovare un accordo entro il primo luglio?
“La cooperativa Il Faggio ha fatto tutto quello che poteva fare. Ha già informato le organizzazioni sindacali e l’ASP che se non si dovesse raggiungere l’accordo entro i termini previsti dal primo di luglio porrà i lavoratori in aspettativa, che vuol dire lasciati a casa senza retribuzione 28 lavoratori (per quanto riguarda Il Faggio). Il problema più grande, se si dovesse verificare tale evento, dal 1° luglio ci sarebbe un reparto dell’ASP completamente privo del personale che possa assistere gli anziani ospiti. Questa è la preoccupazione più forte. Per questo speriamo che le parti possano riportare tutto all’appalto”.
Questo stesso personale che rischia il posto ha affrontato la pandemia con tutte le difficoltà. C’è tanta amarezza?
“Non riusciamo a comprendere come sia possibile. Questi lavoratori fino a ieri sono stati definiti eroi, angeli, hanno avuto una serie di gratifiche, almeno verbali, che li hanno aiutati ad andare avanti e a svolgere con impegno la loro professionalità. Hanno gestito il reparto covid, l’Asp è stata una delle strutture che è stata fortemente colpita dal Covid. Tutti i reparti covid sono stati gestiti da questo stesso personale che oggi si trova in situazione di precarietà. C’è qualcosa che ha distorto la realtà o perlomeno ci si sta dimenticando del loro impegno. Molti di loro si sono ammalati e addirittura qualcuno è ancora in infortunio. Sono stati fortemente colpiti, alcuni portano ancora i segni. Hanno combattuto con gli strumenti che avevano in quel momento e non si sono arresi. Non ci arrenderemo neanche adesso per arrivare alla tutela dei diritti”.
Il legame con i pazienti è forte?
“Il personale crea una relazione con i pazienti. Non ci si può rendere conto del legame che si crea con l’utenza, è parte del loro essere e della loro professionalità. Hanno pianto ogni morto e vivono la sofferenza di ogni anziano. Il lavoro non gli permette di manifestarlo in pubblico. Il personale socio sanitario infermieristico non piange in pubblico ma si porta un bagaglio a casa che serve per portare avanti il suo ruolo con professionalità”.
Si è parlato di un presunto accordo, cosa è successo?
“Con noi non c’è stato. Siamo venuti a conoscenza di un presunto accordo, ci auguriamo che non sia avvenuto. L’articolo contrattuale è esplicito: l’accordo si fa tra la cooperativa uscente, quella entrante e le organizzazioni sindacali. Si sarebbero concordate delle condizioni di lavoro peggiorative per i lavoratori stessi. Questo presunto accordo prevederebbe mantenere le infermiere che farebbero il passaggio sotto agenzia interinale quindi come precarie. Per gli Oss invece si parla di una riduzione del minutaggio”.
Il comunicato UIL FPL Ponente Ligure
“Si è ritenuto necessario inviare subito una richiesta di ripresa di confronto alle parti interessate con l’intento di non danneggiare ulteriormente un servizio che dovrebbe fare della cura all’anziano la propria missione.
Riteniamo invece al contrario, che fino ad oggi quel servizio si sia retto esclusivamente sulla buona volontà di chi dentro vi opera lavoratori con contratto pubblico e cooperative sociali e non per capacità organizzative di chi è alla conduzione della struttura.
Vogliamo esprimere la nostra preoccupazione riferita anche al fatto che ci sono figure professionali importanti (medico e coordinatore infermieristico, operatori socio sanitari..) che stanno scappando dall’ente, questo sicuramente non farà altro che ulteriormente rendere critica la situazione.
Inoltre parrebbe che siano arrivate anche le dimissioni di qualche componente del consiglio di amministrazione e questo non fa altro che rendere più preoccupante la vicenda.
I lavoratori, sono preoccupati anche delle notizie che qualcuno (forse lo stesso che ha proposto il distacco dei lavoratori pubblici verso la cooperativa), sta facendo girare, relativamente ad un accordo tra ente e organizzazioni sindacale (Uil esclusa dall’incontro), secondo il quale gli infermieri della cooperativa sarebbero stati assunti dalla stessa e poi mandati in comando verso l’ente. Vorremmo comprendere con quale normativa si potrebbe sostenere un distacco da un privato ad un pubblico, ma quello che ci chiediamo e si chiedono i lavoratori, quale garanzia viene data a loro e di conseguenza agli ospiti, abbassando i livelli di assistenza.
Riconfermiamo la nostra proposta, quindi il passaggio di tutti gli infermieri interessati, e tutte le ore assistenziale, degli operatori socio – sanitari, non si può parlare di riduzione di orari senza prima verificare tutti i lavori che negli anni sono stati aggiunti agli stessi levando preziosi minuti all’assistenza diretta, ci auguriamo che quando la direzione ha scritto alla regione dichiarando che i posti letto erano venuti meno, non abbia trascurato i particolari di come sono stati utilizzati i lavoratori fino ad oggi”.