“Non possiamo più sostenere i costi e la responsabilità della sicurezza a fronte di un compenso pari a 0 euro. Dobbiamo togliere le recinzioni. Avanziamo 490 mila euro. Abbiamo scritto alla Porto di Imperia SPA e al Comune di Imperia, ma nessuno ci ha mai risposto. Cosa dobbiamo fare?”.
È un grido di rabbia quello lanciato da Roberto Gigo, direttore tecnico dell’impresa Aldo Tasca, impegnata nei lavori di realizzazione delle opere a terra del porto turistico, ferme ormai dal 2012.
“Abbiamo smesso di lavorare il giorno dell’arresto di Caltagirone – racconta a ImperiaPost – Avevamo appena iniziato con i mattoni. L’inquinamento? L’abbiamo segnalato più volte. Siamo subentrati nel 2011 e abbiamo lavorato solo un anno. Da ormai due anni manteniamo le recinzioni e la sicurezza senza essere pagati“.
Il rischio, con il ritiro della recinzioni, è che non venga più garantita la sicurezza del porto e che la Capitaneria di Porto si trovi costretta a chiudere lo scalo.
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