“Ricostruendo gli atti ufficiali del Sindaco Scajola in merito alle ordinanze di divieto di balneazione per inquinamento da batteri fecali del mare cittadino viene in mente il gioco delle tre carte, nell’occasione delle tre ordinanze – Queste le parole di Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana – Sinistra in Comune, tramite una lunga nota stampa.
Balneazione: interviene Lucio Sardi
“Come è noto il gioco delle tre carte si basa sull’abilità nel confondere l’osservatore con una rapida sovrapposizione di carte (di ordinanze nel nostro caso) che lo portino a perdere di vista quella più importante.
Grazie alla sua grande esperienza e alle sue doti di giocoliere della politica Scajola è riuscito perfettamente nell’intento di dare evidenza alla carta (ordinanza) meno rilevante celando con destrezza quella più scomoda. Ma ogni gioco di prestigio può essere svelato nei suoi trucchi e ripercorrendo e rimettendo in ordine gli atti del sindaco vogliamo dare agli imperiesi l’occasione di scoprirlo.
Prima di tutto ricordiamo che al gioco delle tre ordinanze di divieto di balneazione il Sindaco è stato “costretto” dalle analisi effettuate da Arpal che hanno rilevato valori oltre il consentito di colibatteri sia nelle acque antistanti il parco urbano che nel tratto di mare tra la foce dei torrenti Caramagna e Prino.
Tali valori di inquinamento, rilevati da Arpal il 27 e 30 maggio per il tratto di mare di fronte al parco urbano ed il 16 giugno per il tratto di fronte al Prino, imponevano al Sindaco, autorità di pubblica sicurezza sanitaria competente, di emettere ordinanze di divieto di balneazione per i tratti di costa coinvolti.
Per un Sindaco “normale” o semplicemente responsabile, la conseguenza naturale sarebbe stata l’adozione di una ordinanza di divieto di balneazione per le aree coinvolte con obbligo di posa sulle spiagge di cartelli di avviso da parte di addetti del Comune per le spiagge libere e dei titolari di concessione demaniale per quelle attrezzate.
Ma per il Sindaco mago del centimetro alla volta è stata l’occasione buona per sfoggiare le sue doti di illusionista politico e cimentarsi nel gioco delle tre ordinanze.
La prima carta di scarso valore è stata l’ordinanza 158 del 01 giugno, che prevedeva il divieto di balneazione nell’area antistante al parco urbano a seguito delle analisi di Arpal di fine maggio, ordinanza poi revocata solo il 24 giugno.
A seguito di questa ordinanza, resa nota dalla stampa locale e comparsa all’albo pretorio del Comune solo dopo che era uscita la notizia, il gioco di prestigio è stato quello di evitare di apporre i cartelli di divieto benchè si trattasse di un tratto di spiaggia poco frequentata per cui, una volta uscita, la notizia ha fatto poco scandalo.
Ben più complicata era invece la situazione creata dalle analisi Arpal al Prino del 16 giugno, perchè coinvolgeva un tratto di costa con diversi stabilimenti balneari attrezzati per i quali il divieto di balneazione avrebbe fatto notizia.
Occorrendo una magia più sofisticata Scajola ha quindi operato un’azione diversiva emettendo e pubblicando all’albo pretorio il 18 giugno una ordinanza “civetta” (la 175 del 16 giugno) con la quale vietava la balneazione nel tratto del Prino a levante delle spiagge sino al Borgo Cappuccini “dimenticandosi” della restante parte del Prino dove sono presenti le spiagge attrezzate.
Non potendo però omettere di fare analoga ordinanza di divieto anche per la zona a ponente detta “Prino centro” ha ritenuto di emetterla, ma di pubblicarla però solo in data 24 giugno (ordinanza n. 184 datata 18 giugno) in contemporanea con quella di revoca della stessa (ordinanza n. 185 senza data) dato che ormai i valori delle acque erano rientrate nei limiti di balneabilità dopo le analisi effettuate il 19/06.
Con un rapido roteare di ordinanze, in parte tempestivamente pubblicate ed in parte meno, Scajola è così riuscito a distrarre l’attenzione sulla questione più spinosa evitando di dover affrontare le critiche per avere divieti di balneazione per le spiagge cittadine proprio mentre si vanta di aver conquistato la bandiera blu.
Ancora una volta la distanza tra la reale condizione della città ed i proclami di questa amministrazione viene colmata piegando le regole ed i fatti ai voleri del suo incontrastato padrone.
Poco ha importato al Sindaco che nei giorni tra il 16 ed il 19 giugno, grazie al suo abile gioco di ordinanze, gli ignari bagnanti delle spiagge del Prino si siano tuffati in acque con valori fuori norma per inquinamento da batteri fecali, quello che contava era evitare lo scandalo dei cartelli di divieto sulle spiagge.
Se la realtà non corrisponde ai voleri del sindaco la si adegua, un centimetro dopo l’altro, una ordinanza dopo l’altra, un colibatterio dopo l’altro.
Altrettanta opacità lamentiamo sulla condizione del sistema fognario cittadino, indiziato numero uno per spiegare i fenomeni di inquinamento della costa, su cui permane il preoccupante silenzio dell’amministrazione sulla situazione della perdita della condotta del rilancio a mare del depuratore.
Troviamo su questo tema inquietanti analogie col tenore della discussione in Consiglio Comunale sulle regole di sicurezza sanitaria e l’uso delle mascherine.
Peccato che per le mascherine in Consiglio Comunale si è discusso dei possibili rischi per la salute di 32 consiglieri comunali, mentre per la condizione del mare si tratti della salute dei tanti cittadini e turisti che vorrebbero godersi il piacere di un bagno con la certezza di sapere che la sua balneabilità è garantita da istituzioni attente al rispetto di fondamentali norme sanitarie”.