“Il viaggio di maturità dei nostri figli si è trasformato in un incubo. Sono bloccati a Malta e nessuno ci dice quando potranno tornare. È un sequestro di persona autorizzato“. Lo raccontano a ImperiaPost i genitori, preoccupati per la mancanza di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità maltesi, specialmente in riferimento a date certe sul rientro dei figli.
In totale si tratta di otto 18enni, sette ragazzi e una ragazza, appena diplomati al Liceo Vieusseux di Imperia, che, dopo l’esame maturità, hanno deciso di festeggiare con una vacanza a Malta.
La bella esperienza, però, si è trasformata in un incubo quando, in vista del rientro in Italia, in programma per la giornata di ieri, l’unico del gruppo non vaccinato (quindi senza Green Pass) si è dovuto sottoporre, come da prassi, al tampone rapido in aeroporto. Il test, risultato ‘reattivo’, ha fatto scattare la quarantena per tutti e 8 i giovani, trasferiti al Covid-Hotel Marina, dove si trovano in isolamento in attesa di comunicazioni.
Covid, viaggio di maturità da incubo: 8 studenti imperiesi bloccati a Malta, parlano i genitori
“Mio figlio e altri sette amici – racconta Massimo Sapino a ImperiaPost – sono partiti il 30 giugno per trascorrere una vacanza a Malta per festeggiare la maturità, la loro prima grande vacanza da soli. Sono tutti vaccinati (quindi in possesso del green pass europeo) tranne uno.
Ieri sarebbero dovuti rientrare in Italia, ma il tampone, di quelli rapidi, a cui è stato sottoposto il non vaccinato è risultato ‘reattivo’, neanche positivo. Dopo il risultato, l’autorità sanitaria locale ha trattenuto tutti in una struttura del loco senza che fossero attuate le normali prassi del caso, come il tampone molecolare che convalidi lo stato di quarantena, senza comunicare i giorni della data del tampone in uscita e nessun’altra informazione. Cosa ancor più grave a parer mio è che l’ambasciata non ci dà risposte certe.
I ragazzi non hanno avuto nessun contatto e/o rassicurazione dalle nostre autorità presenti a Malta e nè un contatto con le autorità sanitarie locali. Sono lasciati in balia di loro stessi, in isolamento completo presso il Covid Hotel Marina a Malta, in un hotel, senza poter uscire e senza avere comunicazione di date certe sul rientro. Indubbiamente un’esperienza che non si sarebbero aspettati.
Ho scritto anche due Pec alla Farnesina, ma non ho ancora ricevuto risposta.
Non ci sono date certe sulla durata della quarantena o su quando saranno sottoposti al tampone molecolare. Si parla di 10/14 giorni.
Le spese? Pare che il pernottamento sia a carico dell’azienda sanitaria e che ci siano a carico nostro le spese di vitto. Ma ancora non c’è certezza.
Sono riuscito a sentire l’ambasciata italiana a Malta che però dice che stanno aspettando di avere notizie notizie dall’autorità sanitaria locale. A quanto mi risulta, secondo le leggi europee, se hai il vaccino, ma sei venuto in contatto con un positivo, dopo 2 tamponi molecolari negativi puoi rientrare al tuo paese. Si poteva fare tutto nel giro di 48 ore e i ragazzi sarebbero già potuti essere di ritorno, invece non è stato fatto nulla e il tempo passa senza che ci siano date o comunicazioni ufficiali. È una violazione delle norme.
“Anche mio figlio è nel gruppo dei ragazzi bloccati a Malta – racconta il fotografo Adolfo Ranise a ImperiaPost – quello che per noi è strano è che tutto sia scattato senza aver fatto un tampone molecolare, ma solo sulla base di una reattività di un tampone rapido.
Ho provato a sentire l’ambasciata. Alle prime comunicazioni sono stati gentili e disponibili, ora tendono a non rispondere, forse perchè pieni di richieste. L’autorità sanitaria di Malta non ha comunicato per iscritto ai ragazzi le date della quarantena di inizio e di fine. Non ci sono certezze né date, quindi non possiamo neanche prenotare il volo di ritorno.
Non è chiaro se le spese siano a carico nostro. Sul sito del Covid Hotel si parla di 100 euro al giorno solo per l’albergo e il vitto è a parte. In un’email l’ambasciata dice che ‘non è detto che dobbiamo pagare’. È tutto da chiarire.
Il viaggio si è trasformato in un incubo, i ragazzi sono stressati. È un sequestro di persona autorizzato dalle autorità maltesi. Sono in prigione, non possono uscire. Le istituzioni intervengano“.