23 Novembre 2024 00:53

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23 Novembre 2024 00:53

G8 di Genova: le Sardine Ponentine presentano il video “20 anni dalla scuola Diaz di Genova”. “Interviste e testimonianze di giovani”/La clip

In breve: 20 anni dalla scuola Diaz di Genova ecco il video presentato dalle Sardine Ponentine e realizzato da Viola Dressino

Per ricordare i fatti avvenuti nel 2001 con gli scontri per il G8 di Genova, le Sardine Ponentine presentano il video20 anni dalla scuola Diaz di Genova“.

20 anni dal G8 di Genova: le Sardine Ponentine presentano un video per ricordare i fatti avvenuti

“Presentiamo pubblicamente, grazie all’autorizzazione della produzione, il video “20 anni dalla scuola Diaz di Genova” che doveva essere proiettato in piazza Cassini a Sanremo, durante l’iniziativa organizzata con l’ANPI di Sanremo.

Lo sperimentiamo tutti i giorni: una valanga di immagini scioccanti (sempre più scioccanti) sembra aver colmato le nostre menti, sembra aver prodotto il contrario della consapevolezza, l’insensibilità, avendoci fatto perdere la capacità di reagire.

Il nostro video, realizzato dalla brava Viola Dressino, non è scioccante. Mostrare oggi ha senso solo se smettiamo di mostrare le vittime deturpate e immagini scioccanti ma sollecitare domande inevase: chi ha causato ciò che mostra il video? Chi è responsabile? Guardare allora diventa un incitamento all’agire, un riscatto alle ingiustizie.

Nel video non ci sono immagini esplicite di violenza, ma ha fatto inequivocabilmente risaltare l’indifferenza.

“L’indifferenza è peggio della violenza. Dall’indifferenza non puoi difenderti.” (Liliana Segre)

Riscattarsi quindi all’indifferenza e alle ingiustizie salverebbe ognuno dall’esteriorizzazione del suo dolore, dall’ostentare valori non acquisiti e salverebbe tutti dall’essere compromessi dall’apatia. Fare quindi “Differenza”.

È per questo forse che Viola ha creato questo video con tante sincere interviste, testimonianze di giovani, un intervento esclusivo di Francesco Guccini, senza immagini esplicite di violenza.

Liberare i corpi, le vite, dalla griglia dell’emozione momentanea, provata e obliata nel tempo di un istante, di un momento, di un “click”, in un “like”, liberare la sofferenza degli altri dall’esercizio deresponsabilizzante del ricordare, dello scegliere.

È l’insegnamento più grande che abbiamo avuto guardando il video: dovremmo tenere spesso una lente sul presente, quando ricordiamo i feriti della Diaz, le 85 vittime dell’attentato alla stazione di Bologna (anniversario prossimo 2 agosto), i morti di Lampedusa, le tante donne uccise, i tanti Alan Kurdi che abbiamo lasciato al di là del Mediterraneo, i bambini morti di fame (che nonostante non ci siano più servizi in tv continuano a morire a migliaia): forse attribuiamo troppo un’ipocrita valore alla memoria e non abbastanza al pensiero, a quella energia che collega cuore al cervello. Forse, dovremmo aprire di più gli occhi, magari smettere di guardare troppi post sui social e chiederci: che fare?

La Storia, per diventare tale ed essere consegnata ai posteri, richiede una memoria condivisa e uno sguardo il più possibile obiettivo.

Più che l’indifferenza temiamo la percezione sbagliata delle cose e la sua strumentalizzazione. Ci sono un sacco di persone che scambiano la loro percezione con la loro realtà e con la loro memoria.

Certo…prima di vietare questa nostra iniziativa ci avessero almeno chiesto di vedere o domandato di che cosa trattasse il video”.

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