L’assessore del Comune di Imperia, Laura Gandolfo, interviene in merito al nuovo servizio di sharing dei monopattini, entrato al centro delle polemiche per l’utilizzo poco consono da parte di molti cittadini.
Imperia: monopattini, interviene l’assessore Laura Gandolfo
“C’è tanto rumore intorno al servizio di sharing monopattini partito da pochissimi giorni in città. Desidero chiarire alcuni aspetti: intanto è una “novità” e come tutte le novità ha un’attenzione straordinaria e divisiva.
Sono certa peraltro che non passerà molto che l’interesse scemerà e il servizio inizierà ad avere principalmente il suo scopo di trasporto green per spostamenti veloci.
Parlando dello sharing devo precisare che le regole ci sono e chiunque scarichi l’app necessaria all’utilizzo del servizio non può inserire i dati senza vederle e accettarne i termini.
Andrà potenziata la comunicazione, sono d’accordo, ed abbiamo chiesto l’apposizione di cartellonistica esplicativa dagli stalli.
Però c’è anche una riflessione: questi ragazzi sono stati praticamente due anni chiusi in casa, la situazione Covid li ha rapinati di due anni di adolescenza.
Vero che tutti noi abbiamo subito la stessa sorte, ma credo che due anni consapevoli in età adulta non siano paragonabili a quelli di bambini e ragazzi e che quindi oggi abbiano il diritto di “respirare” anche a costo di un po’ di “sana” indisciplina.
La seconda riflessione riguarda invece tutto quello che normalmente si sente dire su questa “beata gioventù”: amebe, fissi su un cellulare invece di giocare, attaccati ai videogiochi, agli iPad e così via.
“Invece noi”… e giù ricordi di carretti fatti con le casse della frutta, bici costruite con ferri vecchi, campanelli di sera e fughe, dispettucci alla comunità con conseguenti ricordi e risate.
Ora questi vanno sui monopattini, sulle bici, sugli skate… nel limite del rispetto, lo preciso, senza far male a nessuno. Se giocano in Calata Cuneo alla sera, in un sostanziale deserto (dal video non si vede anima)…che male fanno?
Un po’ di tolleranza sarebbe così disprezzabile? Li vogliamo rinchiudere in casa a giocare alla Play? Perché ho la sensazione che questi nostri giovani paghino anche un po’ la nostra rabbia inespressa. E non è giusto”.