Il post critico pubblicato su Facebook da un funzionario regionale, non uno qualunque, ma il responsabile della ciclopedonale del ponente ligure, riapre i dubbi sulla fattibilità delle varianti al progetto della pista ciclabile proposte dal Comune di Imperia.
Imperia: ciclabile, un post su Facebook riapre i dubbi
Nei giorni scorsi la Regione Liguria, nell’ambito della conferenza dei servizi, ha approvato il progetto della pista ciclabile, bocciando però alcune delle principali varianti presentate dal Comune di Imperia e condizionando il via libera a delle prescrizioni da rispettare.
Nel mirino degli uffici regionali, in particolare, due aspetti ritenuti critici, ovvero la larghezza della ciclabile nel tratto tra le due ex stazioni, dove transiterà anche il bus elettrico, e il parcheggio per le auto all’inizio dell’Incompiuta. Il motivo?
La variante, secondo i tecnici, “presenta aspetti di natura tecnica e dimensionale che potrebbero compromettere la positiva valutazione del ministero delle Infrastrutture dell’intera ciclovia e la concessione del contributo per la realizzazione dei lavori nei vicini Comuni di Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Cervo e Andora“. In più, il parcheggio in zona Incompiuta, sempre secondo i tecnici, “interrompe la continuità della ciclovia turistica nazionale Tirrenica, pregiudicando la complessiva fattibilità dell’intero tracciato da Ventimiglia a Roma“.
Ai più attenti la nota della Regione, per i contenuti espressi, è parsa come una bocciatura ( non ci sarebbe, per altro, nulla di male, può capitare nell’arco di una vita). Ma non per il Sindaco Claudio Scajola che si è affrettato a smentire la notizia sui propri canali social.
“In nessun atto troverete la parola bocciatura o parere contrario – ha scritto il Sindaco – Scriverlo significa o trarre conclusioni di comodo dalle parole o, peggio ancora, mentire spudoratamente. Le prescrizioni richieste sono compatibili con il nostro progetto e le soluzioni tecniche possono essere molteplici (oggi ho provato a indicarne qualcuna). Cosa cambia nella pratica? Soltanto che ci sarà la realizzazione di un piccolo cordolo nei pressi dell’Incompiuta per separare fisicamente il nuovo parcheggio auto dalla ciclabile (prima la divisione era solo segnata a terra) e lo spostamento di 30 centimetri del cordolo presente a divisione delle corsie, tra le due ex stazioni. Basta, solo questo”.
Insomma, per il Sindaco non ci sarebbe nessun dubbio di sorta sulla bontà delle varianti oggetto delle prescrizioni e le richieste degli uffici regionali sarebbero solo banali modifiche, risolvibili con piccoli accorgimenti. Una versione, per altro, avvalorata anche dall’assessore regionale Giacomo Giampedrone.
Peccato, però, che il 28 luglio scorso, sulla pagina Facebook di un funzionario regionale, ma non uno qualunque, bensì il responsabile, dal 2018, come riportato dal sito ufficiale della Regione, del procedimento per la realizzazione della ciclopedonale del ponente, sia comparso un post (scritto a titolo personale ma piuttosto qualificato, ndr) che per lo meno fa sorgere qualche dubbio sul fatto che, come sostenuto dal Sindaco, basti un cordolo per risolvere i problemi segnalati dalla Regione al Comune di Imperia.
A corredo di un’immagine del progetto della pista ciclabile di Imperia, il funzionario regionale scrive: “Elio e le storie Tese ai tempi in cui gestivo la colonia di Bardonecchia se ne era uscito con un pezzo che attaccava cosi: ‘ Come faranno, 4 elefanti a stare in una cinquecento… due davanti e due di dietro’. Immenso. Sta succedendo la stessa cosa per la ciclabile di Imperia… In 11 metri ci stanno un parcheggio a pettine, due corsie per le auto e una ciclopedonale di 4 metri e mezzo. Peccato per le aiuole. Ma se ci si stringe un po’ un elefante entra anche nel bagagliaio, dai…”.
La speranza, vista la nota del tecnici della Regione pubblicata dal nostro giornale, unitamente al post pubblicato dal funzionario dedicato alla ciclopedonale, è che la politica, come troppo spesso accade in Italia, non cerchi una mediazione per velocizzare i tempi. Perché la ciclabile, anche se non la più grande del Mediterraneo, può essere davvero il futuro di Impera. E perché, questa volta, non ci sarà spazio per altri “a mia insaputa”.