Nella mattinata di oggi in un frutteto di Pontedassio sono state liberate le prime “Vespe Samurai”, destinate a contrastare in modo naturale la Cimice asiatica, che sta provocando danni importanti in particolare a orti e frutteti. L’iniziativa è dell’assessorato regionale all’Agricoltura, che ha agito in collaborazione con il Crea, il Centro di ricerche in agricoltura.
A tenere a battesimo l’iniziativa erano presenti il vicepresidente e assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Piana, il dirigente regionale Gianni Anselmo e gli ispettori fitosanitari.
Piana: “Sfruttiamo la natura per ristabilire un equilibrio”
Spiega Piana: “Cerchiamo di sfruttare la natura, che a volte ci da’ problemi con malattie e insetti, impiegando un antagonista naturale per ristabilire un equilibrio, I vettori della Cimice asiatica sono tantissimi ed è impossibile fare controlli in entrata per fermarla. Per questo, come Regione Liguria siamo stati fra i primi a pensare a un metodo naturale e ci siamo riusciti, grazie al nostro dirigente Gianni Anselmo e agli ispettori del Servizio fitosanitario, ottenendo le autorizzazioni necessarie dal ministero. In questo modo chi ha un orto o un frutteto potrà continuare a mantenerlo, senza dove ricorrere a prodotti fitosanitari”.
La speranza è di porre la cimice sotto controllo nell’arco di due anni
Sottolinea Gianni Sciandini del Servizio fitosanitario regionale: “Il progetto funziona con il rilascio dell’insetto antagonista, detto Vespa Samurai, anche se si tratta di un insetto di dimensioni inferiori ai due millimetri, in misura di 100 femmine e 10 maschi. Queste vespe cercano le uova della Cimice asiatica per deporvi le loro uova, distruggendo in questo modo le larve della cimice. Questa vespa si moltiplica molto e anche se risultati non saranno immediati, come accade in tutti i tipi di lotta biologica, ci sarà un equilibrio nel tempo. Noi auspichiamo che nell’arco di due anni si riesca a porre sotto controllo la diffusione della cimice. Sulla base dell’esperienza di altre regioni, come Veneto, Trentino e Lombardia, abbiamo pensato di giocare d’anticipo, puntando subito sulle colture ortofrutticole. In altre regioni infatti sono state queste le colture più colpite”.