8 Novembre 2024 22:36

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8 Novembre 2024 22:36

Taggia: parco divertimenti chiede green pass, travolto dagli insulti. “Boicottateli tutti! Vi auguriamo di fallire” / Il caso

In breve: "Mai ci saremmo aspettati una reazione del genere". Affermano i titolari del parco divertimenti per bambini "La Fabbrica di Pillow" a Taggia.

“Mai ci saremmo aspettati una reazione del genere”. Lo affermano i titolari del parco divertimenti per bambini “La Fabbrica di Pillow” a Taggia, dopo lo shitstorm (valanga di critiche e insulti) che si è riversato sui canali social dell’attività, dopo l’annuncio che, da venerdì 6 agosto, sarà necessario il green pass per l’accesso.

Un fenomeno che, a livello nazionale, si è già verificato in diverse occasioni. Gli esempi più eclatanti sono stati il Museo Egizio di Torino, la Reggia di Caserta, il Museo Nazionale Etrusco e anche l’Acquario di Genova, i cui canali social sono stati travolti da pesanti offese e minacce da migliaia di utenti per lo stesso motivo.

Taggia: “Green Pass obbligatorio dal 6 agosto”, parco divertimenti travolto da insulti

“Un altro sxxxxo che deve fallire, boicottate tutti”, “Buon fallimento”, “Vedrete come falliranno, boicottiamo”, “Il bello è che vogliono ancora ragione ste capre”, “Ne possiamo farne a meno!! Ci sono tantissimi posti dove giocare”, “Mi spiace ma sarai prossima alla chiusura”, “Hanno paura di mille euro di multa per un DPCM incostituzionale e dittatoriale nazista piuttosto che perdere clienti, peggio per loro sarà fatta sicuramente una buona pubblicità”, “Siete abituati a mettervi a 90!”, “Questa è dittatura nazista, vergognatevi”, “Vi auguro il fallimento con tutto il cuore”, “Allora mi sa che perderete un casino di clienti, peggio per voi!”, “Sono proprio ignoranti oltre che fessi”.

Questi sono solo alcuni degli insulti pubblicati al di sotto del post della Fabbrica di Pillow con il quale la direzione ha preannunciato la necessità del green pass per accedere al parco a partire dal 6 agosto.

È grande l’amarezza dei titolari del parco divertimenti che, dopo 18 mesi di chiusura, stanno lavorando duramente per ripartire e recuperare il tempo perso. 

Taggia: Shitstorm su parco divertimenti che chiede green pass. Parlano i titolari

“Gli insulti personali a noi e alla nostra famiglia abbiamo preferito eliminarli commenta a ImperiaPost Federica Longordo, titolare della struttura – eravamo arrivati a oltre 400 commenti, siamo riusciti a bloccarli e a eliminare i peggiori. Ci hanno scritto anche privatamente.

Per noi è stato terribile. Sapevamo che l’annuncio avrebbe suscitato discussioni, ma mai ci saremmo aspettati un’aggressione di questo tipo. Purtroppo, ci sono profili Facebook “fantasma” che aizzano e scatenano le altre persone, invitando tutti a boicottare le attività che chiedono il green pass. Non sappiamo chi siano, sono gruppi creati apposta.

Ma la cosa che ci lascia più amarezza è che si sono accodate anche persone che conosciamo, che sono state nostre clienti. Ci hanno augurato di chiudere, di fallire. È assurdo pensare che qualcuno auguri queste cose a dei semplici lavoratori come noi, che vogliamo solo portare avanti la nostra attività per sostenere la famiglia. 

Abbiamo segnalato a Facebook le persone più maleducate e alcuni nostri clienti a loro volta insultati per aver preso le nostre difese stanno pensando di presentarsi alla polizia postale.

Tutto questo solo perchè abbiamo riferito che ci adegueremo a un decreto legge, a prescindere dall’essere d’accordo o meno. Noi abbiamo un responsabile Covid, ci siamo sempre affidati a professionisti e, quando abbiamo avuto comunicazione sulle nuove regole, abbiamo deciso di avvisare la clientela. 

La pandemia ci ha costretti a chiudere per 18 lunghi mesi, è stato un durissimo colpo per noi così come per tante altre attività. Quando è iniziata la riapertura ci siamo attenuti sempre a tutte le norme, la mascherina, il distanziamento, il disinfettante per le mani, la diminuzione delle presenze, ora anche il green pass. Per noi non è certamente semplice, si tratta di lavoro e di responsabilità in più.

Se per lavorare e non chiudere più dobbiamo seguire queste regole, lo faremo”. 

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