23 Dicembre 2024 13:08

23 Dicembre 2024 13:08

Imperia, Green Pass: il presidio in piazza San Giovanni per dire no alla tessera verde. “È una guerra contro l’umanità dove le vittime sono felici e beoti” / foto e video

In breve: Circa 50 persone hanno partecipato, questo pomeriggio in piazza San Giovanni, alla manifestazione contro l'istituzione del green pass.

Circa 50 persone hanno partecipato, questo pomeriggio in piazza San Giovanni, alla manifestazione contro l’istituzione del green pass, la certificazione vaccinale, che entrerà in vigore domani, venerdì 6 agosto, e che comporterà per chi non ha il “certificato verde” alcune limitazioni personali come l’impossibilità di accedere a musei, ristorazione al chiuso, spettacoli eventi e competizioni sportive e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni, congressi, centri termali, parchi divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi, sale gioco, sale scommesse, sale bingo, casinò, procedure concorsuali.

Imperia: “No Green Pass”, protesta in piazza San Giovanni

A moderare gli interventi è stato Giovanni Cammalleri, esponente di “Ancora Italia” , il soggetto politico ispirato dal filosofo Diego Fusaro in prima linea contro l’istituzione del green pass.

“È evidente che di scientifico non c’è niente, di sanitario non c’è niente – ha detto Cammalleri  I medici che non la pensano come il regime sono stati zittiti, sono stati espulsi dall’ordine dei medici che è diventato un apparato sotto il controllo del potere politico. Il medico non ha più la possibilità di curare i propri pazienti in scienza e coscienza. Questa è una cosa gravissima che non è degna di una democrazia. Rispetto alla misura del greenpass, noi siamo nati liberi, siamo stati creati liberi e dal punto di vista del diritto la nostra costituzione ci riconosce dei diritti in quanto persone, ci riconosce dei diritti che oggi vengono subordinati ad un trattamento sanitario sperimentale e anche se non fosse sperimentale nessuno può decidere come mi devo curare e nessuno può subordinare i miei diritti di lavoro, di parola, di movimento al fatto che io mi sottoponga ad un trattamento sanitario. Stiamo parlando di un trattamento sanitario sperimentale che ormai è riconosciuto non sta portando a risultati sperati anzi ci sta portando in un vortice di nuove varianti e noi lockdown. Esiste un progetto politico di trasformazione della società in un certo senso. Noi dobbiamo essere coscienti, purtroppo, non si tratta di complottiamo ma semplicemente di guardare in faccia i fatti e di unire i puntini”. 

“Noi siamo resistenti, la resistenza non è un gelato, la resistenza è un sacrificio. Bisogna abituarsi all’idea di fare un sacrificio, di rinunciare a certe cose, di subire delle persecuzioni altrimenti è inutile che veniamo qua. Questa cosa qua è fondamentale, questa è una guerra contro l’umanità, una guerra surrettizia, strisciante, sottile e in questa guerra le vittime sono felici e beoti. La cosa più spaventosa sono i giovani che sono felici e beoti: per andare in discoteca, per andare a fare la vacanza a Ibiza e questo è un problema serio. Abituiamoci all’idea anche se non ci cadono in testa le bombe, questa è una guerra, una guerra contro la nostra maniera di essere, la nostra maniera di sentire, i valori che abbiamo dentro di noi e che cerchiamo di testimoniare nel mondo. Nelle guerre ci saranno vittime, ci saranno danni collaterali e diretti, dobbiamo essere pronti a sopportarli. Ognuno si faccia l’esame di coscienza e si dica se è disposto a fare un sacrificio per combattere questa guerra”.

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