Circa 50 persone hanno partecipato, questo pomeriggio in piazza San Giovanni, alla manifestazione contro l’istituzione del green pass, la certificazione vaccinale, che entrerà in vigore domani, venerdì 6 agosto, e che comporterà per chi non ha il “certificato verde” alcune limitazioni personali come l’impossibilità di accedere a musei, ristorazione al chiuso, spettacoli eventi e competizioni sportive e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni, congressi, centri termali, parchi divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi, sale gioco, sale scommesse, sale bingo, casinò, procedure concorsuali.
Imperia: “No Green Pass”, protesta in piazza San Giovanni
A moderare gli interventi è stato Giovanni Cammalleri, esponente di “Ancora Italia” , il soggetto politico ispirato dal filosofo Diego Fusaro in prima linea contro l’istituzione del green pass.
“È evidente che di scientifico non c’è niente, di sanitario non c’è niente – ha detto Cammalleri – I medici che non la pensano come il regime sono stati zittiti, sono stati espulsi dall’ordine dei medici che è diventato un apparato sotto il controllo del potere politico. Il medico non ha più la possibilità di curare i propri pazienti in scienza e coscienza. Questa è una cosa gravissima che non è degna di una democrazia. Rispetto alla misura del greenpass, noi siamo nati liberi, siamo stati creati liberi e dal punto di vista del diritto la nostra costituzione ci riconosce dei diritti in quanto persone, ci riconosce dei diritti che oggi vengono subordinati ad un trattamento sanitario sperimentale e anche se non fosse sperimentale nessuno può decidere come mi devo curare e nessuno può subordinare i miei diritti di lavoro, di parola, di movimento al fatto che io mi sottoponga ad un trattamento sanitario. Stiamo parlando di un trattamento sanitario sperimentale che ormai è riconosciuto non sta portando a risultati sperati anzi ci sta portando in un vortice di nuove varianti e noi lockdown. Esiste un progetto politico di trasformazione della società in un certo senso. Noi dobbiamo essere coscienti, purtroppo, non si tratta di complottiamo ma semplicemente di guardare in faccia i fatti e di unire i puntini”.
“Noi siamo resistenti, la resistenza non è un gelato, la resistenza è un sacrificio. Bisogna abituarsi all’idea di fare un sacrificio, di rinunciare a certe cose, di subire delle persecuzioni altrimenti è inutile che veniamo qua. Questa cosa qua è fondamentale, questa è una guerra contro l’umanità, una guerra surrettizia, strisciante, sottile e in questa guerra le vittime sono felici e beoti. La cosa più spaventosa sono i giovani che sono felici e beoti: per andare in discoteca, per andare a fare la vacanza a Ibiza e questo è un problema serio. Abituiamoci all’idea anche se non ci cadono in testa le bombe, questa è una guerra, una guerra contro la nostra maniera di essere, la nostra maniera di sentire, i valori che abbiamo dentro di noi e che cerchiamo di testimoniare nel mondo. Nelle guerre ci saranno vittime, ci saranno danni collaterali e diretti, dobbiamo essere pronti a sopportarli. Ognuno si faccia l’esame di coscienza e si dica se è disposto a fare un sacrificio per combattere questa guerra”.