Crescono anche nella file della Polizia Penitenziaria le proteste per la decisione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di consentire l’accesso alle mense solamente al personale in possesso di green-pass.
“Una scelta illogica e contraddittoria”, denuncia il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato CAPECE – “che ha evidenziato una volta di più l’inadeguatezza dell’Amministrazione ad assumere provvedimenti con un minimo di buon senso: pensate che a Pordenone, per consentire i pasti al personale che non ha il green-pass ma che comunque è potenzialmente vaccinato e quindi fruisce del take-away (spesso un panino, una scatoletta di tonno o di carne in scatola, un minimo di frutta…) , hanno messo un banco alla bene e meglio tra i mezzi parcheggiati ed i bidoni della spazzatura mentre a Padova, nella Casa circondariale, hanno messo due tavole in un’area verde dove di solito mangiano i gatti randagi…”.
“L’assurdo”, sottolinea ancora il leader del SAPPE, “è che poi queste colleghe e questi colleghi fanno servizio sugli automezzi per il trasporto dei detenuti e nelle sezioni detentive fianco a fianco. Le mense di servizio, poiché “obbligatorie”, sono come fare servizio e gli ambienti sono interni al carcere proprio come dove si fa servizio. Se serve il green pass per entravi, allora deve servire anche per fare servizio e anche a tutti per entrare in istituto, compresi familiari volontari garanti avvocati e magistrati. Non è possibile fare servizio nelle sezioni detentive a fianco al collega mentre alla mensa di servizio si consuma il pasto in luoghi diversi!”.
Capece sottolinea che “la disposizione del DAP – che non è firmata dal Capo Dipartimento Bernardo Petralia o dal suo vice Roberto Tartaglia ma è stata diramata a firma del Direttore generale facente funzioni Gianfranco De Gesu, responsabile della Direzione Generale dei Detenuti – “suggerisce” anche l’eliminazione di tavoli e sedie all’interno delle Sale bar e convegno del personale nei penitenziari e limita l’accesso alle palestre all’interno solamente per “addestramento e tecniche operative” e non già per attività sportiva al di fuori del servizio. Praticamente, i colleghi originari del Centro-Sud Italia che fanno servizio nelle decine e decine di carceri del Nord sono isolati da tutto e penalizzati gravemente: è inaccettabile”.
Capece fa dunque appello al Ministro della Giustizia Marta Cartabia “affinchè disponga la revoca delle disposizioni emanate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria almeno fino a quando non sono state predisposte adeguate soluzioni organizzative, disponendo come alternativa alla mensa di servizio la corresponsione del buono pasto”.