Visita ufficiale oggi a Imperia del Generale di Brigata Maurizio Ferla, che dai primi di agosto ha assunto il comando della Legione Carabinieri Liguria.
Il Generale Ferla, 59 anni, prima di assumere il comando regionale dell’Arma, aveva guidato, a Roma, i Carabinieri Tutela Ambientale, da cui dipendono tutte le sezioni del NOE, il Nucleo operativo ecologico dell’Arma. Ha frequentato l’Accademia militare di Modena e la Scuola ufficiali carabinieri. Tra i principali incarichi, ha comandato la Compagnia di La Spezia, è stato comandante provinciale di Lecce e Frosinone, ha guidato il Reggimento allievi marescialli e brigadieri di Velletri e comandato la Prima Brigata mobile di Roma.
“Applicare le misure di prevenzione, per colpire i sodalizi criminali nei loro patrimoni”
Accolto dal comandante provinciale dell’Arma, colonnello Andrea Mommo, il generale Maurizio Ferla ha illustrato i punti che ritiene essenziali per l’attività operativa sul territorio, a cominciare dalla lotta alla criminalità organizzata, da attuare anche attraverso l’applicazione di misure di prevenzione che colpiscono direttamente i patrimoni dei sodalizi criminali.
Spiega il generale Ferla: “Quella di Imperia è certamente una provincia che in questo momento è molto impegnata nel contrasto dell’immigrazione clandestina, che è una problematica che affianca altri problemi ben più radicati, come gli insediamenti di organizzazioni criminali anche di stampo mafioso, che sono ormai residenti da anni in questa provincia, in vari comuni. E’ una situazione che non desta particolari preoccupazioni, ma che va tenuta sotto controllo, come stanno facendo in maniera splendida i carabinieri di Imperia, affiancando alle indagini operazioni di prevenzione, attuando il sequestro dei beni delle organizzazioni criminali“.
“Dobbiamo dimostrare che il delitto non paga”
Prosegue il generale Ferla: “Io ho comandato una provincia di confine, sebbene a Lecce il nostro confine fosse marittimo e ci dava notevoli problematiche per l’estrema vicinanza con l’Albania e la penisola balcanica, laddove dovevamo contrastare traffici illeciti di armi ed esplosivi, che transitavano per l’Adriatico nel punto di minor rotta. La provincia di Imperia pone altri problemi per presenze di stranieri non regolari, che rischiano di alimentare la microcriminalità, per reperire beni di prima necessità, rischiando di provocare allarme nelle comunità, come accade nelle province che hanno queste problematiche, perché esposte a confini internazionali. La provincia di confine, però, è di solito più aperta e con una mentalità flessibile e questo ci consente di evitare momenti di crisi delicati, proprio grazie alla buona apertura delle popolazioni di confine”.
Conclude il comandante della Legione Carabinieri Liguria: “Il colpire le organizzazioni criminali nei beni è una convinzione che mi porto fin da giovane capitano, quando operavo in zone di alta presenza mafiosa ed eravamo tuti convinti della necessità che la criminalità, non soltanto quella mafiosa, andasse colpita sotto l’aspetto patrimoniale. Dobbiamo dimostrare che il delitto non paga“.