E’ già in ristampa l’ultimo libro della scrittrice imperiese Geneviève Alberti: ‘Colazioni surrealiste’ (casa editrice red@zione Genova). Dopo la prima presentazione ufficiale, nell’ambito della Fiera del Libro di Imperia, con l’assessore alla cultura Sara Serafini, Il suo tour passa per Oneglia, giovedì alle 21, al Circolo Arci Camalli in Calata G.B. Cuneo.
Come sempre l’incontro con l’autrice sarà divertente e sorprendente, a dialogare con lei Guja Boriani, blogger e sua grande estimatrice, mentre il reading sarà a cura di Pamela Pepiciello e Donatella Negri di Grazia. Dopo Trentanove parole (2007) Amore a prima vista, (2007) con Graziano Consiglieri ePatografie (2009), l’autrice si misura con altri luoghi e ben altri personaggi. Si va da Karl Marx a Biancaneve, da Lucrezia Borgia, a Eva Kant in un fantasmagorico susseguirsi di battute, vezzi, difetti. Il tutto parlato con il linguaggio della strada. Nei 5 anni di pausa dalla narrativa Geneviève si è dedicata alla scrittura per il teatro, collaborando con le più interessanti realtà culturali di Imperia, La Compagnia aerea di Damiano Fortunato, e Teatro Impertinente di Emanuele Morandi, entrambi compagni di avventure damsiane. Vera fucina della culturale della città. La Compagnia aerea ha portato in scena i suoiTossicomici, nell’ambito del Teatro Itinerante di Poggi. L’avventura è continuata con Elena Bono da cui il regista e l’autrice hanno drammatizzato e portato in scena alcuni brani tratti dal suo ultimo libro L’erba e le stelle, vincendo il premio finale.
Daniela Rossi, nella prefazione del libro, descrive così l’autrice e commenta il suo libro: Ho conosciuto Geneviève Alberti prima di scoprire la sua scrittura. Mi è apparsa subito intuitiva, rapida, spontanea in modo stupefacente, dotata di una saggezza un po’ folle e di un fulminante senso dell’umorismo. Trascorrendo qualche giornata con lei l’ho sentita capace di energie differenti. A volte mi faceva pensare ad un’allegra schiacciasassi con il motore di una Ferrari, altre a una bambina sensibile dal passo leggero. Per questo ero molto curiosa di leggere il suo libro. Pensavo: “Sarà riuscita a convincere i molti aspetti della sua bizzarra e affascinante personalità a collaborare tra loro? A mettere diligentemente sedute davanti al computer tutte le Geneviève che ha nell’anima e che la infiammano o la immalinconiscono?” Dalla prima pagina ho capito che la sua forza, come scrittrice, è essere sostenuta, in tanta ricchezza di spunti, da una ferma e solida intelligenza. Ne dispone in gran quantità e questo le permette di attingere a doti di originalità, ironia, franchezza, genialità senza disperdersi in divagazioni incontrollate o limitarsi allo sfogo di una fantasia che cerchi di sfuggire al quotidiano.
“Colazioni surrealiste” è il perfetto titolo per un libro sorprendente, vitalissimo, divertente, intelligente. L’idea stessa di descrivere incontri impossibili con una nobile schiera di scrittori, filosofi, artisti, personaggi politici, musicisti, di sistemarli a casa sua, nel suo bar preferito, sulla scogliera dove ama passeggiare, è segno della libertà di pensiero di Geneviève, della disinvoltura di una mente propensa alla rivoluzione, di una cultura eterogenea e di una grande curiosità intellettuale. Credo che questo libro e la sua autrice meritino molta attenzione. Non è da tutti giocare con tanta abilità con il reale, scrivere bene e divertire filosofando.
Ecco di cosa parla il libro: in una riviera di ponente che s’avverte sullo sfondo (ma la scena si sposta anche nelle improbabili Firenze e Venezia…) si raccolgono, s’incontrano, dialogano, si svelano, personaggi dell’arte, della letteratura, del cinema, della musica, del gossip mondano ma anche dei fu – metti e della fantasia. Seduti al tavolino di un bar o convocati nel salotto della padrona di casa – provocatorio anfitrione di sconcertanti rendez vous – discutono di sé e dell’esistere, litigano, si confessano, agiscono, in un frenetico mosaico di imprevedibili relazioni nel quale le parole (e i giochi di parole) determinano un continuo divertissement. La lettura è a più spettri, così come lo è il linguaggio che spazia dal funky al rock. E, volendo, è a più spettri anche la struttura narrativa, che può essere interpretata come una serie di racconti a sé stanti, ma pure come il succedersi di scene e di personaggi (evidentemente residenti in mondi paralleli perché appartenenti a epoche diverse) chiamati a popolare una sorta di unico romanzo stralunato e dalla labile trama. Anche se la trama c’è: nel colto ricercare accostamenti e tic, nelle citazioni che diventano alibi per dialoghi e situazioni solo apparentemente senza capo né coda, nell’ironica autoanalisi – e nello svelarsi al di là dell’agiografia – alla quale si sottopongono i protagonisti. Un libro da leggere e da gustare riga dopo riga; una sorta di “irrealismo magico” che fa venire in mente le “cose strane”: coincidenze, premonizioni, divinazioni, spiriti che mi circondano e di tanto in tanto qualche fantasma distratto” delle quali scriveva – in tutt’altra situazione, in tutt’altra narrazione – Isabel Allende. Perché chi la conosce anche di corsa, intuisce che Geneviève Alberti quei fantasmi e quelle coincidenze si propone di viverli davvero e non solo nelle irresistibili pagine che ci regala.
Geneviève Alberti, presunta nipote di Leon Battista, Collabora con il Teatro Impertinente di Imperia. Si è divertita molto a fare l’inviata speciale con “ArtWhere”, inserto culturale dell’ ”Eco della Riviera”, avendo il privilegio di intervistare tra i molti, Carlo Lizzani e Wim Wenders. Chiede scusa ai lettori della “Guida turistica Sanremo Go” (2011), che, leggendo i suoi pezzi ancora stanno girando. Se qualcuno li vede, si scusi da parte dell’autrice. Ha fatto la stagista (tardona) nella redazione del settimanale “La Riviera” divertendosi un sacco.