I giardini di Irene Brin: una perla del ponente ligure, nella località Sasso di Bordighera, rinasce per suscitare ancora vitalità e interesse per la cultura.
Una serata in uno dei prati che rendono unico questo magico posto, ricco di suggestive decorazioni, di piante di interesse, e che abbraccia una raccolta di pitture di pregio.
Finito il caldo del giorno, con meticolosa cura del distanziamento e seguendo ogni norma di sicurezza, i settanta invitati si siedono nell’incanto di un panorama seducente.
L’ospite d’onore è Luca Beatrice, critico d’arte spumeggiante e capace di farsi notare nel panorama della cultura e della società, anche con interventi su La Stampa pure di costume (in particolare musicale), un personaggio a tutto tondo, di forte personalità. A introdurlo Maria Teresa Verda Scajola, affermata conferenziera e storica dell’arte, che con puntualità e capacità di sintesi inquadra il rapporto fra la Brin e il territorio.
Già, perché questa fondamentale rappresentante di un mondo femminile che premeva per avere il posto che merita in anni nei quali non era scontato riuscirvi restò legata alla nostra terra.
Così, attraverso questo nom de plume (che non fu il solo) Maria Vittoria Rossi, nata a Roma ma di famiglia ligure, dopo viaggi, successi, affermazioni nella letteratura, nel giornalismo e nel gusto, infine tornò qui, dove stiamo assistendo a questo gradevole evento.
La parola passa a Beatrice, che collega la figura della padrona di casa virtuale alla vicenda intellettuale e artistica del 900, evidenzia gli snodi dell’arte contemporanea fra interrogativi e figure rappresentative, rileva pregi e limiti dei classici della storia dell’arte, richiama il peso delle artiste purtroppo trascurate e rende note le dinamiche, per dirne una della notorietà di Frida Kalo.
Già, perché lui non si limita a sottolineare gli aspetti formali di un autore, bensì ne enuclea anche il rapporto vivo con il contesto sociale, che sia Picasso o Warhol, inserendo così il giudizio di valore all’interno del flusso vivo che lo ha supportato.
Incalzato dalle domande della organizzatrice dell’evento, Francesca Rotta, inesauribile protagonista di eventi in presenza e in streaming di livello assoluto, ha modo così di accennare al suo libro ‘Da che arte stai’, che fornisce una lettura innovativa e originale delle vicende recenti rispetto alla produzione figurativa.
La serata prosegue fra interventi da parte della dottoressa Verda e anche del pubblico, eccezionalmente partecipe e coinvolto dall’estro del relatore e dalla vivacità del dialogo.
Fra questi si segnalano quelli preziosi e divertiti di Elena Loewenthal, studiosa, traduttrice e giornalista particolarmente stimata per quanto riguarda la cultura ebraica, e gli spunti simpatici del sindaco di Imperia ed ex ministro Claudio Scajola, ma anche domande di persone meno note.
A inframmezzare una ricca rassegna di aneddoti, precisazioni, botta e risposta, tre raffinate canzoni di Giovanni Peirone e Francesca Pilade, che ben si adattano all’atmosfera sofisticata e gradevole.
In conclusione Francesca Rotta, con divertita ironia, sceglie di leggere una sorta di decalogo della Brin che riguarda le persone che vanno oltre i quarant’anni, donne e uomini, per presentarsi degnamente, suscitando divertimento e commenti, ma si sa che al giorno d’oggi si è disinvolti e attivi anche ben oltre quella soglia, e fra notazioni sui capelli e come conviene vestirsi si chiude un incontro che ha saputo unire levitas e serietà, provocazione e aneddoti mondani. Certamente Irene avrebbe gradito.
Il prossimo appuntamento è per il tredici settembre.
C.S.