La tanto attesa decisione delle Sezioni Unite della Cassazione sulla definizione giuridica della Porto di Imperia S.P.A., società pubblica o società privata, non c’è stata. La Corte ha definito inammissibile sia il ricorso della Procura di Imperia sul sequestro preventivo dei beni di Acqua Marcia (beni della famiglia Caltagirone) che quello delle due società di igiene ambientale palermitane partecipate dal Comune (Amia Essemme srl e Amia Spa) nella stessa misura in cui il Comune di Imperia partecipa nella Porto di Imperia S.P.A.
In entrambi i casi i giudici si sarebbero dovuti esprimere sulla natura della società comportando possibili stravolgimenti nelle inchieste che riguardano alcuni ex amministratori delle società sopracitate. Nello specifico, dunque, fa fede la sentenza di rigetto della richiesta di scarcerazione di Francesco Bellavista Caltagiorne emessa dalla Cassazione il 21 settembre del 2012 in cui i giudici scrivevano: “....in definitiva, la Porto di Imperia Spa, società partecipata dal Comune di Imperia e concessionaria di opera pubblica su area demaniale costituisce ente pubblico…”. Sia gli ex amministratori che quelli attuali sono considerati appunto pubblici ufficiali e rispondono delle loro azioni in virtù di tale carica. Non a caso l’attuale amministratore unico Giuseppe Argirò è indagato, oltre che per ricettazione, false comunicazioni al Pubblico Ministero, false comunicazioni sociali anche per “concussione per induzione”(reato contestabile solo ad un pubblico ufficiale,ndr) per la vicenda delle presunte pressioni sul giornale on-line Sanremonews.
Le posizioni degli otto imputati per truffa aggrava ai danni dello Stato (Francesco Bellavista Caltagirone, Carlo Conti, Delia Merlonghi, Paolo Calzia, Domenico Gandolfo, Stefano Degl’innocenti, Andrea Gotti Lega e Gianfranco Carli) nell’ambito della vicenda del costruendo porto turistico di Imperia è rimasta invariata.
Chi andrà a comporre il prossimo cda a tre della società sarà, dunque, considerato un pubblico ufficiale. Ma chi sono e temerari che hanno risposto alla selezione indetta dal Comune di Imperia che ha come obiettivo quello di trovare due persone di fiducia da nominare una volta che il Comune avrà la maggioranza delle quote? I partiti con la memoria lunga come il Pdl e PD hanno preferito non proporre candidati anche per una carenza di masochismo vista la fine che fanno quasi tutti coloro che si siedono negli uffici della società in qualità di amministratori. L’unico partito che ha proposto un nome è stato quello di Giuseppe Fossati (Imperia Riparte) che ha indicato “l’evergreen” Piero Lanteri (ex direttore commerciale di Costa Crociere) già candidato per la carica di consigliere della S.P.A. del porto.
Le altre candidature pervenute sono state quelle di: Enrico Siccardi (commercialista vicino al Pdl), Giuseppe Borsotto (ragioniere), Danilo Manconi (vice Comandante della Capitaneria di Porto di Imperia) Enrico Molinari (commercialista di Vigevano), ing. Paolo Curti (Ex Officina città e candidato nella lista di Capacci alle scorse elezioni), Giovanni Ferrero (Ex Officina Città ed ex manager) e Silvio Maiga (commercialista di Sanremo, ex membro del cda del Casinò).
Secondo i “bene informati”, però, ci sarebbe un altro potenziale candidato fuori lista. Si tratterebbe dell’avvocato Enrico Panero, vicino al presidente del Consiglio Comunale Paolo Strescino. I tre che si potrebbero contendere le due “poltrone”, ad oggi, libere, quella di presidente e quella di consigliere, sarebbero: Paolo Curti (già attivo in Comune per la vicenda depuratore), Giovanni Ferrero (professionista già manager in grandi aziende) e l’avvocato Enrico Panero (attualmente legale difensore del Comune di Imperia in una causa promossa da alcuni proprietari di posti barca).
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