Il processo anti-‘ndrangheta “La Svolta” e’ ormai alle battute finali con la difesa più corposa portata avanti dall’avvocato Marco Bosio che, tra i suoi clienti ha Vincenzo Marciano’ classe ’77, Giuseppe (Peppino)Marciano’, Angela Elia, i fratelli Pellegrino e Antonio e Salvatore De Marte.
Quattro pesanti faldoni contenenti tutti gli elementi della difesa sono appoggiati sul tavolo dell’avvocato Bosio e.dopo l’attacco alla presenza della commissione anti-mafia a Imperia l’avvocato Bosio inizia a parlare dell’inchiesta.
“E’ un’indagine che procede per tentativi, che non ha coraggio processuale. E’ stato costruito tutto a pezzi, rincorrendo cio’ che si pensava avesse detto il GIP. Siamo la sesta provincia della Calabria? Allora cerchiamola questa mafia. Questa e’ un’indagine fatta contro un un’altra indagine che e’ la Maglio 3. Il Pm ci dice di unire tutti i pezzi, guardiamola questa vicenda allora, ma non dimentichiamo che siamo in un processo penale e vive di elementi suoi, non di considerazioni generali di politica criminale o sociologica e noi siamo sudditi della prova.
“Parliamo del territorio allora, perche’ e’ fondamentale e perche’ quando parliamo della vicenda Civitas si parla del fastidio che ha dato alle altre industrie con il suo prezziario, ma non mi ricordo che Confindustria in un altro processo si sia scagliata contro delle imprese che facevano dei cartelli avvelenando il mercato libero. Torniamo alle prove, vale di piu’ una rosa tatuata per quanto riguarda Gangemi o delle prove concrete con dei fatti?”
L’avvocato poi ripercorre i precedenti processi dove non vi e’ il contesto associativo, o spartenza: “Sto parlando di processi che riguardano le stesse persone e lo stesso territorio, ma sono processi individuali. Parlero’ poi di Giuseppe Amedei, perche’ e’ la prova dell’assenza di un contesto associativo, ma non vi voglio anticipare niente, lo vedremo nel dettaglio”.
“I fatti di Maglio sono ripresi anche in questo processo, gli atti sono rimasti quelli. Allarghiamo ancora lo sguardo e andiamo agli altri procedimenti come Crimine. Abbiamo tanti reati collegati e anche una specificazione della contestazione, cosa che non abbiamo qui,altro dato che conferma la mancanza di coraggio processuale“.
L’avvocato Bosio continua poi con l’analisi delle intercettazioni, ribadendo come anche queste non provino la realta’ associativa: “Abbiamo tantissime intercettazioni e poi abbiamo i tanti testi, che non sono stati visti pero’ qui in Tribunale, e’ una scelta quantomeno innaturale no? Questa fretta di finire, di arrivare…perche’ non abbiamo guardato negli occhi questi testimoni? Perche’ perdiamo di vista le cose grosse che fa la ‘ndrangheta e ci fissiamo su questi fatti? Dove sono i fatturati da capogiro? Questa e’ gente che ha lavorato una vita. Chi ha avuto bar, ristoranti, imprese..dobbiamo renderci conto“.
“Le intercettazioni portate dal pubblico ministero riguardano lunghi periodi, ma abbiamo delle evidenti difficolta’ ad intercettare Palamara perche’ non usa la macchina, il cellulare e l’abitazione e’ irraggiungibile. Ma non solo, non dimentichiamoci che queste conversazioni intercettate sono private, riguardano l’intimita’ delle persone pero’da queste emergono degli elementi importanti…gia’, emergono delle conversazioni normali, tra persone normali che affrontano i problemi quotidiani”
“Parliamo poi dei collaboratori, per alcuni prima era utile mentire, ora e’ utile collaborare. Oliverio e Cretarola sono i pentiti del nostro processo, per ora mi limito ad evidenziare che Oliverio e’ uno sconosciuto e a me e’ arrivata la notizia che la DDA di Milano non lo ritiene attendibile. Cretarola? Dico solo che e’ un simulatore, patologicamente parlando. E’ un mentitore nell’intimo, dovremmo fare un esame al Cretarola e troveremmo delle lesioni”.