Oggi, sabato 4 settembre, a Imperia, alle ore 11, in piazza San Giovanni, si è tenuto un flash mob per dire no alla violenza contro le donne, per ricordare le vittime di femminicidio, 41 solo nel 2021, comprese tre minori.
Imperia: flash mob contro la violenza sulle donne
Le attiviste, una ad una, dopo aver appoggiato a terra un paio di scarpe rosse, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, hanno preso la parola per ricordare, ognuna, una delle vittime, le loro storie, le loro tragedie. Tra queste anche Sharon Micheletti, la 30enne ventimigliese uccisa il 13 giugno scorso a Roverino dall’ex compagno Antonio Vicari.
“Avevo 30 anni. Sono stata uccisa dal mio ex compagno Antonio Vicari il 13 giugno 2021 a Roverino, frazione di Ventimiglia. Mi trovavo in auto con un amico, Antonio probabilmente ci stava pedinando. Seduta sul sedile del passeggero, sono stata raggiunta da tre proiettili esplosi a distanza ravvicinata e sono morta. Avevamo avuto una breve relazione nel 2017, poi Antonio era finito in carcere, condannato in via definitiva per violenza sessuale e minacce nei confronti della sua ex moglie. Tornato libero, mi molestava e minacciava. Lo avevo denunciato due volte , le due querele erano state presentate per minacce, quindi considerate semplici, non per stalking. Per cui non è scattata la procedura del ‘codice rosso’, che avrebbe potuto salvarmi”.
Concetta Marasco
“Vogliamo dire basta. Sono troppe le vittime, donne e bambini. Io avevo una vittima con un bambino di 5 anni. Io non so se servirà questa manifestazione, ma speriamo che possa sensibilizzare anche solo una donna che passa di qui e che prende delle botte a casa, a denunciare subito. Davvero toccante la testimonianza relativa alla morte di Sharon Micheletti. Noi anche durante le prove ci siamo commosse. Allo Stato chiediamo di cambiare le leggi e di fare qualcosa di più, perché non è possibile che nel 2021 siano già morte 41 donne”.
Susanna Bernoldi
“Siamo una rete, insieme, di donne. Ma non solo donne, perché il diritto alla vita è universale. Siamo insieme per essere voce composta e forte, per sancire questo diritto. Io ringrazio tutte noi che ci siamo, i cittadini che sono con noi, le forze dell’ordine che sono qua per essere con noi, parte di questa voce. Noi come Aifo stiamo portando avanti progetti, nel sud del mondo, perché questa violenza è estesa ovunque. Dobbiamo educare i futuri uomini al rispetto. L’amore e il rispetto”.
Le singole testimonianze