Immaginate di rientrare a casa, in una notte qualunque, attraversando il centro di Oneglia, deserto. Solo alcune auto a rompere il silenzio. Immaginate poi di notare, con la coda dell’occhio, un movimento al lato della strada, quasi una danza, ma silenziosa, e, fermandovi un momento, scoprire che si tratta di un pittore che sta dipingendo un quadro sul marciapiede, con cavalletto, colori, pennelli e tutto il necessario, “en plein air”.
È proprio quello che è successo alcune sere fa in via della Repubblica. Il protagonista è Roberto Anfossi, noto pittore sanremese, con una lunga e proficua carriera alle spalle, che, nel corso della serata, ha lasciato senza parole i passanti.
Ecco cosa ha raccontato a ImperiaPost.
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Imperia: dipingere en plein air di notte, l’intervista al pittore Roberto Anfossi
Come mai dipinge dal vivo?
“Per realizzare una pittura viva, poichè, molto spesso, una pittura fatta da una foto è nata morta. Ogni cosa mi suggerisce un tipo di segno, più carico, meno carico, sentito.
La mia non è una pittura voluta. Nella pittura voluta si sa già quello che si fa, si posa il pennello, si va al bar, si torna, si ritocca. Invece, con questo tipo di pittura, tutto l’organismo assorbe quello che vede”.
Ci può descrivere il quadro che sta realizzando?
“Quando sono passato di qui una notte, mentre tornavo dal dipingere un altro quadro che ho fatto in Piazza Dante, ho visto questa casa rossa, che mi ha colpito. Mi ricordava un po’ la casa gialla di Van Gogh, come dimensioni.
Davanti ad un palazzo sorto dopo, questa casa più piccola, più intima, misteriosa, con questo colore, illuminata in questo modo e con le finestre chiuse, mi sono chiesto chissà cosa c’è dentro?
Di notte è tutto immobile, ci sono solo le automobili che girano. C’è un mistero, la vita della notte, dove i protagonisti sono gli oggetti più che le persone.
Un pittore che mi piace molto è Rembrandt, dove tutto quanto è assorbito nel buio, ma la luce spirituale dei suoi quadri rivela la parte centrale è l’essenziale delle cose. Attraverso quello dà il massimo.
Mi interessa dipingere di notte, ho avuto delle esperienze più intense rispetto al giorno. È tutto più concentrato”.
Come si può descrivere il suo modo di dipingere?
“Di solito un pittore non dovrebbe dire perchè dipinge così, è un po’ controproducente. Sono due linguaggi diversi, la pittura e il linguaggio parlato o scritto. È compito poi dei critici descrivere.
Questo tipo di pittura deriva dall’osservazione della realtà, che voglio catturare e appropriarmene. Quando mi appenderò questo quadro in casa, vorrei avere le stesse sensazioni di quando guardo questo paesaggio. Mi piace, mi affascina.
Cerco di mettere quello che sento e non solo quello che vedo, altrimenti guarderei una foto”.
Non se ne vedono più pittori che dipingono all’aperto, si può dire che lei è l’ultimo?
“Non posso dire questo perchè non lo so, non li conosco. Sono stato allievo di un grande maestro, Mario Chianese di Genova, mancato lo scorso anno, che dipingeva dal vero. È stato uno degli ultimi.
Dal vero c’è la tridimensionalità delle cose, è per quello che mi interessa vedere la forma delle cose, sotto una luce specifica”.
Come mai ce ne sono così pochi di pittori che dipingono dal vivo?
“Oggi c’è la fotografia, hanno travisato l’importanza della realtà con una immagine fatta con un occhio solo. L’occhio della macchina fotografica.
Dal vero abbiamo l’emozione che, attraverso i segni, si può trasformare in una musicalità di colori, di punti, di linee e di superfici“.
Cosa direbbe ad un giovane pittore che si sta affacciando alla pittura?
“Di guardare dentro di sè e anche fuori. Un occhio fuori e uno dentro. Non si può guardare solo fuori. Bisogna usare tutti e due gli occhi”.
La carriera di Roberto Anfossi
Roberto Anfossi nasce a Sanremo nel 1950 e compie gli studi al Liceo artistico di Savona completando la sua formazione presso l’Accademia Ligustica di Genova. Esordisce nel 1981 in una mostra organizzata dall’Accademia Ligustica e nello stesso anno partecipa alla II Biennale d’Arte di Bologna. Nel 1972 ottiene il primo premio per la grafica alla Rassegna Internazionale di Pittura e Scultura “Gran Premio Città di Pompei” e nello stesso anno espone i suoi lavori alla Rassegna Nazionale d’Arte di san Benedetto del Tronto.
Nel 1980 presenta una personale al Palazzo del Parco di Bordighera e nel 1981 vince la borsa premio “Duchessa di Galleria”e la sua opera`autoritratto`e`acquisita dalla Galleria d’Arte Moderna di Genova.
Dal 1990 partecipa a numerose mostre organizzate dal Centro d’Arte “La Maddalena” Nel 1987 espone alcune sue opere al Museo di Villa Croce di Genova e l’anno successivo è a Palermo, all’Esposizione Nazionale d’Arte Contemporanea “Tota Pulchra”. Nello stesso anno compie il suo esordio internazionale presentando i suoi lavori alla rassegna “Fourtheen emerging Italian artist from Liguria” di San Francisco.
Nel 1989 la Galleria Il Caledoiscopio di Alessandria presenta una sua personale. Si dedica alla ceramica a partire dal 1990 e nel 1994 tiene una personale delle sue opere alla Biblioteca Civica di Ospedaletti e alla Galleria Cona di Savona. Nel 1996 presenta le sue ceramiche negli spazi del Museo Manlio Trucco di Albissola, nell’ambito della rassegna “Ceramica in Galleria”. Nel 2004 al Museo di Sanremo è stata una grande mostra antologica con 150 pezzi esposti Roberto Anfossi abita e lavora a Sanremo.
Gaia Ammirati