“È stato bellissimo vedere tanta generosità e solidarietà da parte delle persone che ho incontrato”. Queste le parole di Natalie Allegra di ritorno dall’avventura benefica ideata per sostenere l’associazione Il Cuore di Martina.
Natalie, partita da Imperia in bici alla volta della Lapponia, ha pedalato per oltre 2100 km, per circa 17 giorni, con l’obiettivo di consegnare a Babbo Natale le letterine dei bambini, raccogliendo donazioni per aiutare i bambini delle famiglie in difficoltà che segue l’associazione. In totale sono stati raccolti 3.400 euro circa tra Facebook e bonifici.
Sottolinea Roberta Ramoino, presidente dell’associazione Il Cuore di Martina: “Ringrazio Natalie per aver concluso questa straordinaria impresa, portando il Cuore di Martina a Rovaniemi e realizzando un sogno che aveva nel cassetto la mia bambina. I fondi raccolti serviranno per aiutare i bimbi che l’associazione segue e sostiene“.
Tornata a casa, Natalie ha raccontato a ImperiaPost le emozioni del viaggio.
Da Imperia a Rovaniemi in bici per il Cuore di Martina: il viaggio di Natalie Allegra
Com’è andato il viaggio?
“Il viaggio è andato benissimo. Ci sono stati tantissimi momenti belli. Tutto il viaggio è stato intenso, il più intenso che abbia mai fatto. Sono tornata a Berlino dopo 31 anni. Ci sono state talmente tante emozioni e sensazioni che non sono riuscita a descriverle ancora”.
È stata dura in bicicletta?
“Non è stato così faticoso. Dopo i primi 3 giorni di pioggia intensa e ininterrotta mi sono abituata. Il momento più intenso è stato quando sono salita su San Bernardino, non ci credevo. La bici pesava tantissimo, non ero molto allenata e le condizioni meteo erano bruttissime, c’era la nebbia fitta, non si vedeva nulla, pioveva e faceva freddo. Quando sono arrivata in cima mi sono detta: ‘ce l’ho fatta’”.
Com’è andato l’arrivo a Rovaniemi?
“Quando sono arrivata a Rovaniemi è stato intenso, ma diverso. A San Bernardino ero piena di adrenalina, mentre a Rovaniemi ero più riflessiva. Lì ho scoperto che la città venne distrutta completamente dopo la guerra, perchè i tedeschi quando si sono ritirati avevano fatto esplodere l’arsenale. La città, essendo tutta di legno, bruciò ed è stata ricostruita da capo. Quando sono arrivata nella piazzetta mi sono detta: ‘ce l’ho fatta, mi mancano solo pochi chilometri per portare le letterine a Babbo Natale’.
Ho incontrato tantissime persone che mi hanno sempre aiutata. Si dice che i finlandesi siano un popolo freddo e distaccato, ma non ti lasciano mai in difficoltà. Se chiedi un aiuto loro fanno di tutto per aiutarti. Ho incontrato una donna in un ufficio del turismo, le ho raccontato del progetto e mi ha chiesto: ‘ma ti hanno risposto da Rovaniemi?’, le ho detto di no e così ha detto: ‘ci penso io’. Così quando sono arrivata loro sapevano già del mio arrivo. È rimasta colpita dalla storia dell’associazione Il Cuore di Martina”.
Sei tornata a Berlino dopo 31 anni, come è stato l’impatto?
“Berlino è una città magica, con tanta storia. Dopo la guerra è stata divisa in quattro settori, ma il popolo tedesco ha pagato anche dopo la fine della guerra, succedeva di tutto, è stato maltrattato. Anche quelli che non sono entrati nel partito, che erano contro il Terzo Reich, venivano maltrattati. La storia di Berlino è molto travagliata. Io sono nata a San Pietroburgo e arrivai a Berlino a 12-13 anni, vivevo nella parte di Berlino Est. Quest’anno che sono ritornata negli stessi posti non l’ho riconosciuta, nei miei ricordi era completamente diversa, era tutto grigio. Quella era una dittatura, non quella che qualcuno dice che stiamo vivendo adesso. Io avevo il passaporto diplomatico e quindi avevo la possibilità di andare dall’altra parte e vedevo la differenza. Un giorno racconterò come abbiamo vissuto quel periodo”.
Sei felice di com’è andata l’iniziativa di solidarietà?
“Si assolutamente, sono soddisfatta e felice perchè hanno partecipato tantissime persone che non sono di Imperia. Tutti quelli che ho incontrato sul mio percorso hanno donato oppure mi hanno aiutata.
Ad esempio, in Svizzera, dove tutto costa tantissimo, mi sono fermata in un paesino e ho trovato una Guest House, una specie di ostello, che costava moltissimo, 120 franchi. Il proprietario mi ha fatto parcheggiare la bici nel garage. Durante la cena gli ho raccontato il progetto e il mattino dopo me lo trovo davanti e mi dice: ‘lei non paga nè la cena nè la colazione e della stanza mi paga solo le tasse, perchè i forestieri bisogna aiutarli’.
Poi, qualche giorno fa, mi è arrivato un messaggio dalla Svizzera, da un agente della Gendarmeria del Canton Ticino, che ha seguito il mio viaggio e ha voluto consegnarmi un cofanetto pieno di cose buonissime e una donazione per Il Cuore di Martina. È stato bellissimo vedere tanta generosità e solidarietà”.