Nella giornata di ieri, il Cda della Riviera Trasporti, attraverso un atto notarile notificato presso lo studio Amadeo, ha approvato la richiesta, che dovrà poi essere depositata al Tribunale di Imperia, di ammissione al concordato preventivo o alla ristrutturazione del debito, al fine di scongiurare il fallimento della società.
Si tratta di un atto propedeutico in vista del consiglio provinciale, convocato per lunedì 20 settembre, che si esprimerà in merito al prolungamento dell’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico.
Imperia: crisi Riviera Trasporti, ratificata richiesta concordato preventivo
La Riviera Trasporti, lo ricordiamo, rischia il default finanziario. Una situazione drammatica per la società incaricata della gestione del servizio di trasporto pubblico in provincia di Imperia, precipitata nelle ultime settimane dopo che il decreto ingiuntivo depositato dalla società Arriva Italia Srl, per un debito pari a 3.2 milioni di euro con la Rt, ha portato all’emissione, da parte del Tribunale di Imperia, di un pignoramento presso terzi, segnatamente la Provincia di Imperia. Pignoramento che ha portato al blocco della quota mensile (800 mila euro) che l’ente Provincia versa a Rt per l’espletamento del servizio di trasporto pubblico, determinando, di fatto, l’impossibilità per la Riviera Trasporti di provvedere al pagamento degli stipendi (325 dipendenti).
Riccardo Giordano, presidente Cda Riviera Trasporti
“Avrei preferito non dovermi trovare in questa condizione. È un atto dovuto proprio per mettere in sicurezza l’azienda. Si discute, con la massa dei creditori che negli anni si sono venuti a creare, l’ipotesi di ristrutturazione, che potrà essere spiegata in un piano di riequilibrio che, da una parte prevede il pagamento dei creditori e dall’altra di incassare dalla vendita dei cespiti che RT ha.
È evidente che il piano presuppone una sequenza temporale abbastanza lunga, 3 o 4 anni, e di conseguenza è fondamentale che ci sia continuità in termini di erogazione del servizio. Continuità che può essere data con l’affidamento in house da parte della Provincia.
Il 20 settembre c’è un consiglio provinciale che si dovrà esprimere su una prima delibera di indirizzo. Confido nel fatto, anche rassicurato dalle dichiarazioni che ho sentito dagli amministratori, che questa delibera vada in approvazione.
Si farà un ulteriore passo che tranquillizzerà i lavoratori e ci potrà permette con maggiore affidamento di predisporre il piano per rientrare in una condizione finanziaria normale”.
Per quel che riguarda gli stipendi dei lavoratori?
“Ora il concordato ha la funzione soprattutto di bloccare le esecuzioni che sono in corso. Sospese, bloccate le esecuzioni, si potrà chiedere sbloccare le risorse per pagare gli stipendi.
Questa è la cosa principale a cui teniamo tantissimo. Le difficoltà economiche poi alla fine ricadono sui dipendenti. Questo non è corretto, ho riscontrato una grande responsabilità da parte dei lavoratori che hanno garantito tutti i servizi. Come quello di stamattina che hanno trasportato migliaia di alunni in presenza nelle scuole, penso sia un risultato importante e significativo.
Come sono seri i lavoratori da una parte, devono esserlo anche gli amministratori dall’altra”.
Che cosa succederà quando il consiglio provinciale avrà approvato l’affidamento in house?
“Presenteremo la richiesta di concordato in Tribunale, è consequenziale alla delibera che abbiamo assunto oggi.
Successivamente la richiesta della sospensione della procedura esecutiva e poi l’attività che si fa con il Magistrato, che si occuperà di concordato e del commissario che verrà nominato sulle spese”.
Quanti sono i debiti della RT?
“Bisogna distinguere, a volte si vedono alcuni numeri e a volte altri. C’è un indebitamento che prevede anche i mutui con le banche e poi ci sono i debiti che abbiamo con i creditori.
Tutto questo ammonta a circa 27 milioni, che è una cifra considerevole e che però può essere ridotta soprattutto la parte nei confronti dei creditori, con la dismissione degli immobili che RT ha, logicamente all’interno di un accordo che coinvolga anche le banche”.